Alla vigilia di queste elezioni che porteranno – lo si voglia o meno – dei cambiamenti, mi preme fare alcune libere riflessioni sugli ultimi mesi di campagna elettorale e sul comportamento degli italiani.
Non dirò chi dovete votare, ci mancherebbe, ma voglio ragionare sul sentimento di gran parte di noi.
Da molti mesi (anzi da qualche anno) non si fa altro che sentir dire, girando per strada e ascoltando gli umori dei passanti, quanto la gente comune sia stanca di una classe politica radicata, ancorata alla gestione della cosa pubblica. Stufa di vedere sempre le solite facce, di sentire sempre i soliti nomi. Disillusa da una gestione demenziale della macchina “Stato”.
Non è quindi anormale pensare che, non appena sia data la possibilità, questa gente voglia dare un segnale forte. Un riaffacciarsi sulla scena politica per dire: “Ora basta, si cambia!”. Ecco perché, in una situazione del genere, lo strumento Primarie è fantastico. Amplia la nostra capacità decisionale nel momento in cui ci ritroviamo una legge elettorale che fa ridere i polli e piangere gli elettori.
È normale che alle primarie si presentino i soliti musi, ma per fortuna anche volti “nuovi”, idee nuove, visioni diverse della politica attuale che ristagna ad una mentalità anni ’80/’90. Eppure basta qualche parolina giusta, qualche frase ad effetto, o semplicemente dire “Io ho esperienza, lui/lei no” che al momento decisivo, dentro la cabina elettorale, manca il coraggio. Il coraggio di cambiare. Il coraggio di esprimere le proprie opinioni con una X, che sembra poco, ma invece è tantissimo! E allora si torna a votare il vecchio, quello che fino a poco prima dicevamo essere il passato. Lo facciamo perché siamo abituati ad una politica che non osa. Non ha mai osato. È stata osé, ma non ha mai provato a guardare al futuro. Non ha mai cercato di inventare qualcosa di nuovo – salvo qualche mascalzonata per salvare questo o quello – che potesse aprire anche la mentalità italiana. Chiusa e retrograda. Senza visioni su ciò che sarà il mondo fra vent’anni o che addirittura già è.
Ed ecco che la conseguenza di una politica immobile, è l’immobilità del pensiero dell’elettore medio. Una mancanza di arditezza estrema. Tanto da spingerci a giudicare senza conoscere. Per partito preso. Come avete letto, non ho fatto nomi ne di partito, ne di politici. Non è un post che voglio etichettare politicamente. Ma domani, quando entrerete nella cabina, abbiate il coraggio di cambiare. Fregatevene di quello che dicono gli amici, i conoscenti. Se vi giudicheranno per chi avete votato non attaccateli. Dite semplicemente che è la vostra idea e chiudete il discorso, perché discutere su un voto è insensato. Discutete sul merito, sulle idee. Non su una X.
Osate, azzardate. Siate pazzi. Ma una pazzia buona. Smettiamo di essere omologati! Smettiamo di pensare che chi la pensa diversamente è un nemico o uno strano. Non esistono voti inutili. Esiste il non voto, che é inutile per natura. È inutile perché la politica, sotto questo punto di vista, è come la mafia: anche se voi non vi occupate di lei, lei si occupa di voi. Quindi tanto vale esprimere la propria opinione. Ma che sia vostra, e non quella di altri.
Gli strumenti per costruirsi una coscienza ci sono. Sono davanti a voi. Sappiate discernere dagli strumenti buoni quelli cattivi, di cui il mondo dell’informazione, sia web che cartacea, ne è piena.
Domani, e dopodomani OSATE! Pensate oltre, e guardate in alto!
GIAMPAOLO ROSSI
per Wilditaly.net