Dossier generoso quello che oggi Libération – quotidiano francese di area socialista – dedica all’Italia in vista delle elezioni politiche. Ben 12 pagine di reportage lungo la penisola, da Milano a Palermo, e una prima pagina con un titolo più che eloquente: “Viaggio in un’Italia in crisi”.
Si comincia con la politica dura e pura. Secondo l’analisi dei giornalisti francesi, Pierluigi Bersani, definito come un “ex-comunista da sempre privo di carisma”, resta comunque il favorito. Sarebbe invece destinata alla sconfitta la rincorsa di Silvio Berlusconi che, “nonostante non creda neanche lui di poter vincere, ha straordinariamente recuperato dal 12 al 30% grazie alle sue promesse elettorali e alle sue sconvolgenti dichiarazioni”, come quella su Mussolini che sarebbe stata una “mossa per recuperare un elettorato di destra che in ogni caso non riesce a trovare un’alternativa al Cavaliere”. E poi c’è Monti, che, secondo Libération, “ha deluso il Paese nel momento in cui da arbitro super partes è sceso nell’arena della politica”. È per questo che chiuderà al quarto posto, scavalcato anche dal Movimento di Beppe Grillo, la cui demagogia – scrive il quotidiano francese – “mescola abilmente dei temi tipicamente di sinistra con degli altri di destra, come quello di uno Stato con le palle, il rigetto dell’Europa e la denuncia del complotto americano per dominare il mondo”.
Alla presentazione dei quattro principali contendenti in gara, segue un viaggio in 7 tappe che attraversa la penisola da nord a sud lungo l’Autostrada del Sole, “simbolo del miracolo economico italiano” degli anni ’60. Eccovi in breve le tesi di fondo di ciascun reportage:
1) Milano: “l’elettorato cattolico non è mai stato così indeciso”. Secondo Libération, se è assodato che i progressisti si sentono rappresentati dalla sinistra, i credenti – dopo aver definitivamente abbandonato Berlusconi – sono più che mai disorientati dalla mancanza di etica dell’attuale classe politica;
2) Modena: “un modello di società”. È l’inviato Èric Jozsef a raccontare ai francesi come, dal Parmigiano alla costruzione di automobili, questa “roccaforte comunista” sia riuscita a fondare il suo dinamismo sull’aiuto reciproco che caratterizza il sistema delle cooperative. “Qui i comunisti sono stati votati in massa per molto tempo perché hanno distribuito benessere, non ideologia”, dichiara al quotidiano francese Maurizio Torreggiani, Presidente della camera di commercio di Modena.
3) Prato: “se i cinesi se ne vanno la città chiude”. Mano d’opera essenziale, soprattutto nel settore tessile, i lavoratori cinesi di Wenzhou cominciano a fare i bagagli a causa del calo di ordini e dei continui controlli della polizia. L’attuale maggioranza di centro-destra, che ha fatto della lotta alla presenza cinese il suo cavallo di battaglia, ha già fatto chiudere più di 1000 piccoli imprenditori cinesi in 3 anni. Ma per l’economia di Prato sono guai seri.
4) Roma: “soffocata dal malaffare”. Dalla crisi profonda delle strutture sanitarie ai casi Polverini e Fiorito, secondo Libération la capitale è letteralmente soffocata dal clientelismo e dalle truffe di coloro che la governano.
5) Pompei: “la storia cade in rovina”. È vero: quasi un anno fa la sovrintendenza di Pompei dichiarò che almeno la metà dell’intero sito archeologico rischiava di cadere a pezzi. Ora lo sanno anche i francesi. La colpa – leggo su Libération – è dei tagli e della corruzione.
6) Calabria: “l’autostrada che non finisce mai”. Il quotidiano francese spiega ai suoi lettori che i 480 km di autostrada che dovrebbero unire Salerno a Reggio Calabria, mai portati a termine, sono diventati la gallina dalle uova d’oro della mafia.
7) Sicilia: “l’antimafia paga”. Secondo Libération, la discesa in campo di Piero Grasso (Pd) e Antonio Ingroia (Rivoluzione civile), entrambi ex procuratori antimafia a Palermo, testimonia che quello della lotta alla criminalità organizzata è diventato oramai un tema cruciale e di forte impatto nei confronti dell’opinione pubblica. Ma soprattutto è un argomento che sembra essere in grado di spostare più voti del previsto.