…e alle elezioni vincesse Monti
Osserverei il declino del mio portafogli che continua e quello di tutto il paese che rallenta, ma senza sostanziali cambiamenti di rotta.
Declino del portafogli, perché le tasse resteranno alte, la mia pensione crescerà più lentamente che in passato e non beneficerò, se non in misura molto limitata, di minori prezzi dovuti a maggiore concorrenza e liberalizzazioni.
Le tasse resteranno alte perché Monti non vuole compromettere l’equilibrio di bilancio (e questo gli fa onore), ma non parla di incisivi tagli alla spesa (che difficilmente i suoi alleati gli consentirebbero) dunque non c’è spazio per ridurre la pressione fiscale.
La mia pensione crescerà poco perché Monti non potrà (come probabilmente vorrebbe) riequilibrare un sistema in cui alcune persone ricevono una pensione sproporzionata rispetto ai cotributi versati a causa degli alleati che si è scelto. Dunque, nella migliore tradizione italica, per non toccare i privilegi di alcuni, verremo penalizzati tutti.
In fine c’è poco da sperare in un aumento visibile della concorrenza (avete letto qualcosa sulle banche nella celebre agenda? Sui trasporti? Enregia e reti?) dunque io e gli altri consumatori dovremo pagare pagare prezzi più elevati a causa del potere monopolistico accordato ad alcune imprese.
Il declino del paese sarà forse più lento, per via della minore pressione dei mercati (basso spread) e del fatto che com il bilancio mantenuto in pareggio a forza di tasse una lenta agonia sostituirebbe la fine traumatica: in assenza delle riforme che occorrono al paese per cambiare rotta,il nostro paese continuerà a diventare più povero e meno competitivo.
…e alle elezioni vincesse il PD
Lo scenario non sarebbe diverso dal caso Monti, e difatti è probabile che governeranno insieme. Al dimagrimento del mio portafogli, potrebbe aggiungersi una patrimoniale per blandire gli alleati a sinistra, visto che la casa che ho impiegato una vita a pagare si trova in cittá, i tecno-burocrati hanno deciso che il suo valore aggiornato fa di me,che ho una pensione da 1500€ al mese, un super ricco.
Intanto come nei passati governi di sinistra, i poveri continueranno a pagare con le loro tasse le università ai figli dei ricchi, università dove la fedeltà e la parentela continueranno a contare più del merito. I giovani e le donne continueranno ad assorbire il costo della protezione accorata a chi ha la ventura di lavorare per una grande impresa protetta o posseduta dallo stato.
Uguaglianza e solidarietà rimarrebbero nella retorica poesia di chi, non avendo mai lavorato, non può capire di cosa ha bisogno il paese.
Niente di nuovo per il paese se vincono Bersani e Monti e meno soldi in tasca per i pensionati.
…e alle elezioni vincesse Grillo
E’ difficile capire cosa succederebbe. Pur contenendo spunti interessanti, soprattutto nella parte riguardante lo stato e i cittadini (class action, liste pulite, divito cumulo cariche etc) e quella sui mass media, resta troppo vago e soprattutto non indica le modalità di copertura di varie misure che contengono impegni notevoli di spesa come evidenziato sul Fatto da Stefano Feltri.
E’ probabile dunque che se vincesse Grillo, dovendo fare i conti con la realtà in cui non ci sono pasti gratis, dovrebbe arrendersi all’idea di non poter realizzare le misure senza copertura entusiasticamente inserite in programma. Dunque il paese beneficerebbe sicuramente di un progresso dovuto alle misure a costo zero (trasparenza e informazione), ma la situazione resterebbe pressoché invariata per il resto.
…e alle elezioni vincesse il signore con la B
Sarebbe il peggiore dei casi possibili. Nuove trovate demagogiche (come l’abolizione dell’ICI) le pagheremmo tutti con gli interessi com’è avvenuto in passato. Io, come pensionato, sarei in una delle categorie più penalizzate,con un reddito fisso che perde potere d’acquisto e nel tempo deve far fronte a servizi pubblici sempre più costosi e di qualità peggiore,mentre il tessuto della legalità continua a deteriorarsi tra evasione tollerata, condoni e leggi ad personam.
…e alle elezioni vincesse FARE per fermare il Declino
Se la mia pensione è sotto i 2500 euro al mese (netti) mi troverei più soldi in tasca per via delle minori imposte e avrei un maggiore potere d’acquisto grazie alla riduzione dei prezzi determinata dalla maggiore concorrenza. I tagli alla spesa pubblica operati per finanziare la riduzione delle imposte non riguarderebbero alcuna voce di spesa sociale che mi riguarda direttamente. Dunque starei decisamente meglio.
Se la mia pensione è superiore ai 2500 osserverei nel tempo una limitazione degli incrementi basata su un criterio di equità e dunque commisurata ai contributi che ho versato storicamente. D’altro canto beneficerei della minore pressione fiscale e della riduzione dei prezzi menzionata in precedenza.
In definitiva va considerato che un reale risanamento dei conti pubblici è l’unica assicurazione credibile contro tagli futuri alla mia pensione: più passa il tempo senza correggere la rotta, più gravosi saranno gli interventi richiesti un domani.
FARE non tocca le pensioni più basse e propone a quelle più alte un patto sulla base di un programma credibile, in modo che sia chiaro in anticipo quale contributo verrà richiesto al risanamento del paese senza cattive “sorprese” in futuro.
Disclaimer: ho preso la tessera di FARE per fermare il declino e sono attivo in questo movimento dalla sua nascita. Ho provato ad essere imparziale e non a caso ho scelto la categoria dei pensionati per i quali il programma prevede di intervenire sopra i 2500€.
Chiarito questo punto ritengo che questo post si possa qualificare come un’analisi comparativa (di cui le preferenze dichiarate dell’autore costituiscono parte integrante)e non mera propaganda.