Dopo l’ospitata a Le Invasioni barbariche con tanto di cani in grembo e bevute in compagnia (persino l’icona del bevitore di birra gli ha rubato, a Bersani) possiamo dire che siamo francamente oltre la mutazione antropologica: Mario Monti dà l’impressione di essere una sorta di robottone di plastica dura con microchip sottocutaneo. Un videogioco umanoide tipo playstation, ma senza schermo. Un enorme bambolotto post-democristiano che cambia carattere e linguaggio a seconda del dischetto che gli inseriscono. Certo, la postura è sempre rigida, lo sguardo replicante e la dizione ferrosa, ma d’altro canto i lettori multimediali e i software fanno quello che possono. Io comunque sto aspettando il mortarone finale: Monti a Colorado Cafè.
8 Febbraio 2013