Scienza&SocietàCervello conservatore e Cervello progressista

Alcuni studi hanno mostrato che conservatori e progressisti differiscono in alcune caratteristiche psicologiche. Per esempio, i conservatori guardano con maggior preoccupazione a situazioni di peri...

Alcuni studi hanno mostrato che conservatori e progressisti differiscono in alcune caratteristiche psicologiche. Per esempio, i conservatori guardano con maggior preoccupazione a situazioni di pericolo e conflitto. Al contrario i progressisti sono attratti dal nuovo e dall’incerto. Studi seguenti hanno rivelato una base biologica per queste differenze psicologiche: dipendono 
da differenze strutturali nelle aree del cervello deputate all’analisi e alla predisposizione di reazioni al rischio e alle situazioni impreviste.
Questo non significa che ci sia solo una predisposizione genetica alle scelte politiche poichè è chiaramente dimostrato che differenti processi cognitivi che possono nascere da differenti elaborazioni di stimoli culturali inducono differenze strutturali nel cervello. Quindi, come nella gran parte dei comportamenti umani, predisposizione genetica e fattori culturali ed ambientali, si intrecciano nel plasmare la struttura neuronale del nostro cervello e quindi i nostri comportamenti.
Uno studio da poco pubblicato su PLOS ONE conferma differenze nei processi cognitivi e quindi in processi neuronali tra conservatori e progressisti. Un test che valuta la propensione al rischio rispetto agli obiettivi raggiungibili, rivela che militanti del partito repubblicano preferiscono obiettivi minimi pur di non rischiare, mentre quelli democratici preferiscono rischiare di più pur di raggiungere obiettivi più ambiziosi. A queste scelte comportamentali differenti corrispondono processi neurocognitivi differenti che interessano aree differenti del cervello.
Potremmo quindi concludere che i militanti repubblicani non amano il rischio e vogliono conservare le cose cosi come sono, mentre i militanti democratici sono progressisti e per migliorare le cose, per cambiarle, non temono i rischi.
Due considerazioni:
1. La variabilità genetica e la variabilità culturale di una popolazione determinano che tra i due comportamenti contrapposti ci sia tutta una variabilità e gradualità di comportamenti.
2. Queste differenze nei processi neurocognitivi non significano che conservatori e progressisti votino a prescindere un partito che si definisca conservatore piuttosto uno che si definisca progressista. Anzi, poiché queste inclinazioni politiche sono parte di noi stessi, intimamente legate alle stesse nostre strutture cerebrali modellate nel tempo da esperienza, valori, scelte, allora non sarà il semplice dichiararsi conservatori o progressisti che ci farà scegliere un partito, non sarà la semplice propaganda né la tradizione, ma una reale capacità di praticare una politica conservatrice o progressista, di praticare una politica che non rischia e non vuole cambiare oppure una politica che rischia perché vuole cambiare davvero.

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