C’è un clima di confusione generale, forse è colpa del “nuovo”. Per quanto si possano biasimare per toni e contenuti le urla di Grillo, per quanto il carattere schivo di Casaleggio possa destare sospetti e svegliare il complottista celato in ciascuno di noi, non si può non ammettere che l’ingresso di comuni cittadini eletti con una votazione online all’interno dei palazzi del potere sia un dato oggettivamente diverso, “nuovo”, appunto. Riderete: “ahahah, e quelle le chiami votazioni online? Con un numero così esiguo di votanti? E chi le ha controllate, poi?” Certo, come darvi torto. Non vi pare che sia però stato fatto un piccolo passo avanti nel metodo, forse anche nell’intento, rispetto al passato? Un passato stantìo, che sapeva di scontati e ineluttabili presente e futuro. Obietterete: “ma se sono stati eletti (anche) dei soggetti ignoranti, ridicoli…“ Forse. Anche se è naturale sperare, anzi, esigere, che i nostri amministratori siano sempre i migliori sulla piazza, è comprensibile che all’interno di un gruppo eterogeneo di persone selezionate in via “sperimentale” possano esserci quelle più convincenti e quelle più “imbarazzanti”.
Come fatto notare da Gaetano Vilnò, ex m5s epurato o presunto tale, quella dei grillini non è stata la votazione ideale per un movimento democratico e dal basso, perché c’erano dei vincoli, cosa che poco si presta all’idea stessa di movimento. C’è da migliorare-lo dicono anche loro. Giulia Sarti in un hangout pubblico tra gli allora candidati 5 stelle che si confrontavano su temi vari (tra cui quello dei “portaborse”, i “collaboratori” balzati ieri alle cronache), ammetteva:”c’è da migliorarsi, avrebbero dovuto esaminarci con maggiore severità, abbiamo commesso degli errori..“. Intanto, pur nella imperfezione di uno schizzo, qualcosa è cambiato e, forse, non si tornerà più indietro.
C’è il rischio, però, che tra un eccesso di critica e un attacco,si finisca per non distinguere un’inchiesta seria da un titolo acchiappaclick, di catalogare l’informe e nuovo in schemi vecchi e poco calzanti e di non cogliere e valorizzare quanto di buono c’è anche nello tsunami Grillo. Come il bene, infatti, il male assoluto esiste solo nelle religioni e negli stadi…
Un camper per un progetto “politico” su un sito di finanziamento in crowdfunding. Mai visto qualcosa del genere?
Se negli anni passati avessimo osservato gli eletti degli altri “partiti con la stessa attenzione e curiosità corale con cui setacciamo il mondo dei 5 stelle, sarebbe un Paese migliore oggi, l’Italia? Perché avremmo potuto praticare questo atteggiamento anche prima, ma pareva mancasse un movente comune. Il nostro Paese sembrava rassegnato all’ipotesi-data da tanti per assioma o luogo-comune-che in parlamento fossero seduti corrotti e assenteisti, ma non sembrava dare alcun cenno di sforzo per muovere le cose in altra direzione se non per sublimare la rabbia nel condividere l’ennesima vignetta di cui ridere e bearsi più che indignarsi, oppure organizzare l’ennesima petizione o manifestazione, rimaste, purtroppo, inascoltate nella maggior parte dei casi.
Il risultato elettorale recente pare averci svegliato di colpo. Potete storcere il naso, ma non dubitare possa anche essere merito degli eccessi di chi tra una battuta e-ahimé-un insulto di troppo, metaforicamente e non solo ha scaldato le piazze, stracciandole dello stato di torpore nel quale si erano ripiegate. Scriveva Jim Morrison: “I sogni sono a un tempo frutto e clamore contro un’atrofia dei sensi. Sognare non è la soluzione”. Forse è stato questo il merito di Grillo, quello di aver “emozionato” e fatto sognare che esiste un’altra strada. Ma non è lui il sogno, non è la cura, non è il malanno. Non esiste vittoria o sconfitta di una comunità che non interessi il costume, i modi, gli atti e gli intenti e gli impegni di ciascuno dei suoi componenti. Un giorno, nella migliore delle ipotesi i Grillini riusciranno ad emanciparsi dai loro Guru, il movimento fallirà, e una nuova consapevolezza nel frattempo sarà riuscita a muoversi tra la gente, tutta.
E non che sia nemmeno tanto originale il pensiero dei grillini. La democrazia partecipata, l’ambiente, la condivisione in senso lato,-sono idee che girano e rigirano da tempo. C’è chi dice, Vilnò, che Grillo abbia copiato il programma del Partito Pirata. Non solo, rispondo io… È la metafora stessa di rete che è vecchia quanto l’uomo, è quella che garantisce il funzionamento biologico di ciascuno di noi e dell’habitat che ci accoglie. Chiedete alle cellule dei nostri tessuti se sanno far a meno della collaborazione costante delle altre, ragionata e intesa nel bene comune.
Diceva ancora Vilnò che se non ci fosse stato il fenomeno 5 stelle altri movimenti si sarebbero naturalmente organizzati. Probabile, ma il dato di fatto è che a trascinare e smuovere gli animi e le menti fin’ora sia riuscito per lo più un personaggio sopra le righe, il comico di Genova. Diciamocelo, in questo Paese i timidi fanno spesso fatica a farsi sentire. Non è “colpa” di Grillo se ha vinto, è colpa nostra che abbiamo bisogno di clamore per metterci all’ascolto.
Mi perdoni se magari lo cito a sproposito. Scriveva Bruno Pellegrini, pioniere europeo della tv user generated, in un post a commento di una sua intervista Sole 24 ore nella quale metteva a confronto il fenomeno 5 stelle con “Martin Lutero”, nel lontano 2005: “Non è santificando Grillo che si potrà influenzare il futuro, anzi. Dovrà essere invece la moltitudine, ancora in cerca di organizzazione, a diventare un nuovo soggetto biopolitico…. Fa ridere ma è così.
Direte che volete tutt’altro che santificarlo, il “demagogo” di Genova. Giusto, forse oggi sarebbe meglio usare il verbo mitizzare, perché la stampa prima che i cittadini pare lo stia mitizzando, lui, il burlone, il comico, il raccontaballe, l’urlatore, il furbastro. La narrazione del suo personaggio, inoltre, procede anche per immagini. Raro trovarne foto in cui abbia espressioni pacate, come se il suo fosse uno stato alterato costante. Quanto alla moltitudine come nuovo soggetto biopolitico, beh, mi pare anche quest’idea sia già nell’aria.
O mi sbaglio?