Poche idee, ma ben confuseL’impronta di Bergoglio sul passaporto di Jalics?

A pochi minuti dall'elezione del nuovo pontefice Linkiesta fu tra le prime a denunciare il "lato oscuro" di Bergoglio e le sue presunte complicità con la dittatura argentina di Videla. Il caso si è...

A pochi minuti dall’elezione del nuovo pontefice Linkiesta fu tra le prime a denunciare il “lato oscuro” di Bergoglio e le sue presunte complicità con la dittatura argentina di Videla. Il caso si è nel frattempo ampiamente sgonfiato e le accuse di complicità sono al più diventate accuse di silenzi.

Tuttavia non sono ancora del tutto risolte e vale la pena cercare la verità fino in fondo, per quanto sia possibile farlo riccorendo a quanto è reperibile in internet.

Il grande accusatore di Bergolgio è Horacio Verbitsky, un noto giornalista argentino che ha militato nella resistenza e che ha condotto meticolose ricerche sul regime, sulle sue vittime e sul ruolo della chiesa nella dittatura.

Egli muove un’accusa circostanziata a Bergoglio che riguarda la cattura e tortura di due preti gesuiti Orlando Yorio e Ferenc Jalics che erano molto vicini alla teologia della liberazione e per questo in conflitto con l’ordine gesuita di cui Bergoglio era il superiore provinciale. Senza ripercorrere tutta la storia rimando ad alcuni fatti salienti: Bergoglio sciolse la loro comunità prima dell’inizio della dittatura (ma non vennero espulsi dall’ordine), essi furono catturati dal regime, torturati, e rilasciati dopo cinque mesi anche per l’intercessione di Bergoglio. Dopodichè lasciarono il paese. La ricostruzione che ne fa Verbitsky è ampiamente disponibile online (vedi qui) e la prova documentale più importante riguarda una nota redatta 3 anni dopo i fatti da un ufficiale nella quale si negava il rinnovo del passaporto a Jalics, già in salvo in Germania. Bergoglio stesso aveva sollecitato la procedura che permetteva il rinnovo del passaporto senza far rientrare il gesuita in argentina ma il rinnovo viene negato perchè l’ufficiale, dopo il colloquio con Bergoglio, scrive nella nota dei precedenti di disubbidienza del sacerdote e di “sospetti contatti con i guerriglieri”. Su questo documento ci si può fare l’idea che si crede e lo stesso Verbitsky dice che non è sulla base di un documento del 79 che si può provare un’azione eventualmente compiuta nle 76. Insomma, anche ammettendo che Bergoglio abbia esplicitamente richiesto che venisse negato il rinnovo del passaporto a Jalics già in salvo in Germania, davvero risulta difficile pensare che questo implichi l’aver tradito e consegnato alla tortura i due religiosi tre anni prima.

Su questa vicenda, quattro giorni fa è intervenuto un fatto importante passato sorprendentemente sotto silenzio nella stampa italiana (a parte questo articolo di Avvenire). Ferenc Jalics Jalics ha rilasciato la seguente dichiarazione: «ritenevo che fossimo stati vittime di una denuncia, ma dalla fine degli anni ’90, grazie a diversi colloqui, mi è chiaro che tale supposizione è infondata». La sua ricostruzione, riconduce il sequestro da parte dei militari ad un contatto con una catechista che «poi entrò nella guerriglia». Pochi giorni dopo l’arresto della catechista anche i due religiosi vennero arrestati e «l’ufficiale che mi interrogò mi chiese i documenti: quando vide che ero nato a Budapest pensò che fossi uno spia russa».

Lo stesso Horacio Verbitsky prende atto della dichiarazione del Jalics e dice che questo sostanzialmente cambia i contorni della vicenda anche se non rinuncia a metterla in un contesto che sembra insinuare che le conclusioni a cui è arrivato Jalics siano quantomeno tardive.

Delle accuse di Horacio Verbitsky a Bergoglio ha oggi modo di parlarne anche l’Economist in questi termini «academics who have studied Argentina’s political violence of the 1970s think there is no evidence that Father Bergoglio helped the dictatorship, and he himself has rejected that allegation. Marcos Novaro, a sociologist at the University of Buenos Aires, thinks that Father Bergoglio did not want Father Jalics to be granted a passport because he was afraid he would be killed if he returned to Argentina. Father Jalics himself stated this week that Father Bergoglio did not inform on him and his colleague. Loris Zanatta, a historian of the Argentine church, says he has found much documentary evidence of the Jesuits’ efforts to free their colleagues. Others add that Father Bergoglio personally led these.» per poi concludere che «Mr Verbitsky’s allegation against Pope Francis is an example of the way in which, under the Kirchner governments, history has become a political weapon.»

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