In medias resNuove sceneggiature per il M5S

Nelle redazioni stampa e tv si aggira una questione focale in questi mesi: come coprire giornalisticamente l'evento M5S? Il movimento di Grillo evita come la peste i mass media italiani e ciò che t...

Nelle redazioni stampa e tv si aggira una questione focale in questi mesi: come coprire giornalisticamente l’evento M5S?
Il movimento di Grillo evita come la peste i mass media italiani e ciò che trapela sembra pura fattività ed entusiasmo, magari un po’ naif, ma certo molto lontano da quanto siamo abituati a vedere/leggere nelle consuete rubriche politiche.

All’inizio si è provato a far passare Grillo per un dittatore del proprio movimento, si è sfruttato a fondo l’evento Favia, ma la cosa non sembra aver creato grande scalpore (quindi attenzione); forse perché immunizzati da vent’anni di governo di chi veramente tratta il proprio partito come un feudo, il Grillo-dittatore non ha riscosso grande interesse.
Ma esiste un’altra difficoltà.
Stampa e televisioni sono abituati ormai da tempo a trattare la politica utilizzando certe chiavi che ho già esposto nei miei post precedenti, ma che non fa male ripetere: sensazionalismo, personalismo, competitività, passione per lo scandalo. Ciò esclude categoricamente le funzioni pedagogiche e informative sul pubblico. In soldoni: è importante alimentare la visione tifosa, competitiva, livorosa, personalizzata della politica. E ovviamente sottolineare sempre il disfattismo da bar, il “tutto va male, è tutto un magna-magna” e la notizia-botto.
Si fa notizia, anche in politica, scuotendo il nervo del lettore/spettatore per cercare reazione; e viene da sé che per scuotere tale nervo è necessario aumentare progressivamente lo stimolo.

PDL e PD offrono ottime opportunità in questo senso. Da una parte un partito monopersona fondato sul culto della personalità di un leader prodigo di sensazionalismi populisti e personalismi; una sorta di miniera d’oro per il giornalismo moderno, quasi un leader politico nato appositamente per soddisfare i bisogni mediatici.
Dall’altro un PD che si presta splendidamente al ruolo del perdente lacerato dai dubbi, un po’ vecchio e ancorato a ideali storicamente superati; quasi non sembra vero a certa informazione che Bersani così bene si presti a questo ruolo (aiutato dalle recenti elezioni)…e che ci sia un Renzi pronto a impersonare un altro perfetto stereotipo, quello del giovane brillante e simpatico armato di nuovi ideali, nuovi metodi e tanta modernità.

Dove posizionare Grillo e il M5S in questa grande mitologia fitta di figure pre-costruite e, quindi, istantaneamente comprensibile e sempre intrattenente?
Non è chiaro, per diversi motivi. Innanzitutto perché i protagonisti non si conoscono; Grillo si, le sue dichiarazioni “distruttive” tappezzano i giornali da tempo ma, come detto, ciò non basta, siamo abituati alle sparate…
In second’ordine tutto l’apparato elencato sopra non si attaglia al M5S. Bisognerebbe parlare, se proprio si volesse tirar fuori qualcosa di clamoroso, delle proposte del M5S: della visione diversa della politica (demolizione di gran parte dell’apparato istituzionale, stipendi allineati a quelli della gente comune), del piano di ridistribuzione delle risorse, dell’opera di risistemazione mediatica nella comunicazione politica. Lì gli argomenti clamorosi ci sono, ma certo bisognerebbe tornare a parlare di politica vera, di soluzioni…di più, bisognerebbe tornare a fare RAGIONAMENTI pesando pro e contro e intavolando discussioni dotate di argomentazioni…un compito a cui l’informazione ha abdicato da tempo.

E allora, stante la mancanza di una sceneggiatura solida da affidare al “soggetto M5S”, bisogna costruirla!
L’Espresso si affanna a costruire scandali di società all’estero per Grillo, i grillini vengono in blocco etichettati come faciloni e cospirazionisti, giusto per citare due sceneggiature in costruzione.
E qui, proprio in queste situazioni, la cartina di tornasole della serietà professionale risulta più efficace. Uno dei pochi giornalisti veri che abbiamo in Italia, Enrico Mentana, dopo aver mostrato il servizio RAI sul futuro parlamentare M5S che racconta le vicende dei chip sottopelle, dà voce alla difesa del grillino, e la verità viene a galla. Si tratta infatti dell’ennesimo pezzo “cucinato” da pseudo giornalisti in cerca di scoop: dopo un’ora passata a parlare di come funziona il partito e di quali siano gli interessi politici del candidato, il rapporto tra intervistatore e intervistato “si ammorbidisce”, il grillino abbassa la guardia, e mostra uno dei suoi interessi, la curiosità per le vicende che sono poi mostrate nel “servizio”. Risultato: in montaggio è stato tagliato tutto tranne l’ultima parte e si è così data l’immagine del matto cospirazionista al ragazzo futuro deputato M5S…ovvero si è costruita la notizia secondo i consueti canoni del sensazionalismo e dell’intrattenimento (con un pizzico di allarmismo, che non guasta mai, riguardo alla nuova classe politica grillina).
Ma non basta, se vogliamo costruire una sceneggiatura efficace bisogna che la percezione dei grillini un po’ matti, naif e cospirazionisti sia generalizzata…ed ecco che vengono fuori pezzi di rara disonestà giornalistica come quelli di Pierluigi Battista su Corriere.it (http://www.corriere.it/politica/13_marzo_08/aids-chip-sottopelle-i-dogmi-complottisti-a-5-stelle-pierluigi-battista_339386f8-87b2-11e2-ab53-591d55218f48.shtml).

Sia chiaro, non c’è un piano preciso per screditare il M5S, non è questa la mia tesi. C’è semplicemente la cara, vecchia resistenza ai modelli nuovi che avanzano perché sono rischiosi e costituiscono una sfida alle professionalità. E allora si cerca di declinare sui media informativi il M5S esattamente come si declinavano PD e PDL, due partiti che si sono piegati a queste logiche, il primo cavalcandole (e facendone una delle sue armi per il successo finale), il secondo adeguandovisi faticosamente e subendone, alla fine, il dna opposto al proprio.

Mi piace pensare di stare assistendo a una reazione (anche se un po’ tardiva) del sistema immunitario democratico, aiutato dalle nuove tecnologie (la rete).
Il sistema politico italiano è imploso sotto il peso di trent’anni di scandali e malgoverno e si stanno creando gli anticorpi, magari non perfetti, per iniziare una fase nuova; parrebbe di trovarsi poco prima della classica ultima notte d’influenza, quella in cui l’ultima sudata espelle le tossine definitivamente. Certo, più che dieci ore, potrebbe durare dieci anni ma, magari aiutati dalla rete, riusciremo anche a risolvere il problema dei media informativi.