La Fantascienza è adessoIl Pdl che sussurava al Pd

Partiamo da un semplice presupposto: queste elezioni del Presidente della Repubblica sono state una totale buffonata, così giusto per partire moderati.  Il primo a fare nomi è stato il Movimento 5...

Partiamo da un semplice presupposto: queste elezioni del Presidente della Repubblica sono state una totale buffonata, così giusto per partire moderati.

Il primo a fare nomi è stato il Movimento 5 Stelle, ne hanno detti di ogni, mancavano solo Batman e Francesco Totti, il criterio pareva essere “basta che non sia un politico”, anche se fosse sarebbe stato più corretto “basta che non sia qualcuno della casta”. Che l’integralismo sia un tratto distintivo del Movimento è oramai cosa nota, si può criticarlo ma in fondo riflette quella che è la scelta e visione della base, a differenza di altri hanno cercato di coinvolgere il proprio elettorato. Il risultato sono state le Quirinarie con tanto di attacco hacker, che ha dimostrato come la tanta invocata democrazia online dal basso abbia più di un difetto.

I nomi usciti fuori e la conseguente richiesta ai diretti interessati mi hanno ricordato l’organizzazione delle partite a calcetto, avete presente quando state cercando la gente per arrivare a dieci? Siete arrivati a nove e ve ne manca uno. All’inizio tutti a dire “ma si possiamo chiamare questo e quest’altro”, tutti convinti che di gente da chiamare ce n’è. Però tutti si scordano che quelli rimasti sono sempre quelli che non hanno mai voglia, che magari manco si ricordano più dove hanno lasciato le scarpette. Così chiamate il primo e quello, povero cristo, non sa che dire sul momento, alla fine gli spiace pure che na partita deve andare a puttane per colpa loro. Prima ti scrivono “ti faccio sapè”, dopo un’ora e mezza, nella quale voi già andate dicendo “ragà prenotate il campo, siamo dieci”, vi scrive “oh mi spiace non ci sono”. In realtà la risposta era negativa fin dall’inizio però pare sempre meglio fare la finta. Imprecate, ne chiamate un altro e di nuovo la stessa scenetta: vi faccio sapere, passa del tempo, no raga non ci sono.

Alla fine vi arrendete e vi tocca chiamare quello più bravo, volevate fare na partitella tra amici, invece alla fine “convocate” quello tecnico. Poi magari ci giocate e vi rendete conto che in fondo non è così fissato come vi ricordavate, anzi è un tranquillone in fondo, si ok magari ogni tanto sta lì ad impostare la difesa, ma mica è uno di quelli che impreca contro i poveri scarsoni.

Io mi immagino sia la Gabba che Gino così: attaccati ad un pc a controllare l’esito dicendosi da soli “fa che non sono io, ti prego fa che non sono io, ti prego ti prego”, come i cardinali di “Habemus Papam, e invece no cari Gino e Gabba vi tocca scrivere la letterina di non accettazione della candidatura. Loro lì a pensare “eh mò che cazzo gli scrivo? Però cazzo che palle io voglio solo curà la gente/fare report che minchia vogliono da me? Ma non lo capiscono che devo esse apolitico/apartitico per fare quello che faccio?”. Il trend della settimana è stato “devo pensarci”.

Però alla fine è uscito fuori il nome di Rodotà e tutti noi a festeggiare, a dire e vai cazzo pè na volta fanno na proposta condivisibilissima, daie Bersa! Daie votalo, dai che Grillo ha detto che magari, forse, chissà, non si sa mai. Bersa era lo sfigato che la tipa non se lo cagava manco di striscio, quello che hai voglia a mettere mi piace, scrivere ai video musicali “grande! Il terzo album è un capolavoro!” per far vedere che non metti like a caso, ma avete davvero cose in comune, quello che alla foto con balcone sovraesposto scrive “hai un viso stupendo”. Dopo tutto sto rincorrere lei ti scrive sulla chat, che te stai lì e pensi “oddio e adesso? Faccio il sostenuto? Le sparo subito un ehi bellissima, anzi no un ehi bonazza così posso sempre giocarmela sull’ironia”. E invece no, il Bersa si è già arreso.

Avete presente l’amico che pur di farsi una tipa si mette con la peggio stronza? Quello che “eh ma io devo scopà”? Ecco è il Bersa e noi siamo gli amici che cercano di farlo ragionare, quelli che lo conoscono da na vita, che gli sono stati sempre accanto, ma lui niente, se proviamo a dirgli qualcosa lui ci risponde “non potete capire”.

Ma tornando seri si deve solo “celebrare” la morte di un partito che per andare dietro al Pdl non ha neanche ascoltato cosa volesse il proprio elettorato, sicuro che l’avrà sempre al suo fianco, qualsiasi cosa succeda. Una base tradita, una base incazzata perché presa per il culo. Una scelta valevole per ben sette anni per formare un governicchio di qualche mese? Davvero? Un partito oramai senza personalità, capace soltanto di andare dietro gli altri. E non è da adesso che è così, perché il conflitto d’interessi è scomparso dall’agenda del Pd dal ’94. Il Partito Democratico deve essere quantomeno onesto, ogni volta cerca di creare queste grandi coalizioni dove lo scomodo intruso è sempre la parte più a sinistra, che alla fine, come ha appena fatto Sel, si dissocia e rompe tale coalizione.

Nel mentre ieri su Repubblica è già partita l’ennesima petizione, stavolta per votare Rodotà Presidente. D’accordo sulla scelta, ma non sul mezzo. La rete ci ha anestetizzato ed ha svuotato le piazze, nei palazzi sono indifferenti ai clic, le petizioni online sono i silenziatori di megafoni che dovrebbero gridare. Sembra che per molti manifestare in strada equivalga a stare messi come Spagna o Grecia, beh cari miei già lo siamo, inutile negare l’evidenza. Oramai non siamo neanche più indignati, ma incazzati. Non dobbiamo farci ammaliare da santoni della rete o urlatori seriali, dobbiamo metterci in prima fila, gridare vaffanculi più propositivi, le nostra grida e la nostra rabbia devono arrivare più vicino possibile ai palazzi. Dobbiamo mostrarci incazzati, ma credibili, senza incorrere nel più stupido degli errori: andare solo e soltanto contro, rispondere ad ogni critica con un “ma gli altri…”. L’Italia intera deve iniziare ad sostenere qualcuno non andare contro qualcuno.