Sul fatto quotidiano Stefano Feltri ci parla dei numeri sbagliati dell’Austerità facendo riferimento ad un errore di calcolo che è stato recentemente riscontrato* in un celebre lavoro** di Carmen Reinhart and Kenneth Rogoff considerato come punto di riferimento da coloro che sostengono che ridurre il rapporto debito/Pil al di sotto di una certa soglia sia funzionale ad una maggiore crescita economica.
Preso atto che anche gli economisti famosi talvolta commettono degli errori (poi va qualificato quanto incidano sulle conclusioni il dettaglio qui un approfondimento)
quello che non bisogna fare in nessun caso è ragionare come se tutti i paesi si trovassero nelle condizioni di poter scegliere tra austerità e stimolo all’economia e la scelta potesse basarsi su una regoletta buona per tutti.
Per trasmettere la cosa a chi non capisce di complicate teorie economiche, ma prova sulla sua pelle ogni giorno gli errori dei politici (che hanno conseguenze maggiori di quelle degli Economisti ) proviamo a metterla giù semplice.
Ci sono due persone il signor A e il signor B.
Il primo ha debiti pari al doppio di quello che guadagna in un anno, il secondo per una volta è mezza. Aggiungiamo che A ha 25 anni e si è indebitato per pagarsi degli studi che gli consentiranno di concorrere per un gran numero di posti di lavoro molto ben pagati.
B invece, che ha 50 anni, i debiti li ha fatti per pagare prostitute, alcolici e droga, dal l’impiego attuale non lo cacciano per carità cristiana e si può dire che il modo in cui ha speso i soldi in passato ha compromesso la sua salute e incide sul rendimento che ha al lavoro.
Quanto vi sembra indicativo e utile un ragionamento che faccia media tra le situazioni di questi signori?
Cosa ci dice il senso comune in merito alla possibilità di ripagare i debiti di queste due persone e sulla opportunità che si diano da fare per stringere la cinghia o meno?
Possiamo ragionare su tutti gli studi di questo mondo che spiegano come avere un elevato (da capire la soglia) rapporto debito/Pil non sia poi così grave per la crescita futura (altro discorso è il verso di casualità da alto debito a bassa crescita o viceversa) il punto è non si può prescindere dalle condizioni specifiche del paese.
Quando si parla di austerità dovremmo tutti pensare che il nostro paese è un po’ come il signor B dell’esempio (la B non è scelta a caso): i nostri politici il debito lo hanno fatto (in qualche caso letteralmente) pagando pusher e andando a puttane.
Vi pare il caso o meno di darci una regolata?
Certo, anche sull’austerità poi dovremmo chiarirci, perché le cure da cavallo basate su maggiori imposte per i disgraziati che le pagano, NON sono quello di cui il paese ha bisogno. E’ come risparmiare sui vestiti d’inverno o sul cibo per non rinunciare alla droga e agli alcolici.
Quando vi raccontano che si può arginare il declino del paese senza sacrifici o riforme strutturali pensate a quel che dovrebbe fare secondo voi il cinquantenne alcolizzato e tossicodipendente che rischia di perdere il lavoro.
*”Does high public debt consistently stifle economic growth? A critique of Reinhart and Rogoff”, Thomas Herndon, Michael Ash, and Robert Pollin, PERI Working Paper 322, April 2013
**”Growth in a time of debt”, Carmen Reinhart and Kenneth Rogoff, American Economic Review, May 2010.