La disoccupazione giovanile è un problema grave, non solo nel nostro paese e la crisi finanziaria ha sicuramente contribuito ad aggravarlo
Come uscirne?
Dalla Francia arriva una trovata geniale,immediatamente salutata come l’uovo di colombo dai nostri quotidiani e
che probabilmente verrà scopiazzata dai nostri politici in base al principio generale secondo il quale l’erba del vicino è sempre più verde.
Di seguito qualche stralcio
un bonus da 4mila euro all’anno per tre anni alle imprese con meno di 300 dipendenti. In cambio le aziende devono assumere lavoratori under 26 e conservare il posto a un senior di almeno 57 anni fino al momento della pensione.
e poi
Guarda in primo luogo alla Francia la task force messa in campo dal Governo Letta per combattere la disoccupazione giovanile.(…) si pensa a un’introduzione graduale di misure ad hoc per i giovani, anche con il sostegno di fondi europei. E se per il taglio del costo del lavoro si dovrà aspettare, visto il budget preventivato di 8-9 miliardi, piace l’idea di una staffetta per il lavoro: con gli anziani che cedono metà del loro impiego alle nuove
Francesca Barbieri – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/E6zU2>
e ancora
Un’idea già esplorata in alcune Regioni, come Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte, dove si incentiva, in via sperimentale, il part-time a fine carriera abbinato a nuove assunzioni.
A prima vista sembra un’idea nobile, che accontenta tutti e dai toni deliziosamente socialisti. Può anche funzionare?
Pensiamoci per qualche istante. Cosa determina l’occupazione (sia dei giovani che dei meno giovani)? Fondamentalmente la capacità di far cose che la gente è disposta a comprare e la possibilità di farlo a condizioni convenienti tali da consentire la creazione di nuove imprese o l’espansione di quelle esistenti.
Non lasciatevi ingannare dagli escamotage temporanei o dai sussidi incrociati: anche il lavoro di chi è pagato dalla pubblica amministrazione o da un’impresa sussidiata per far nulla o, in qualche caso per far danno, può esistere e sopravvivere solo perché qualcuno all’altro estremo della catena alimentare produce qualcosa di vendibile sul mercato (rammento questo post)
Questa nobile idea del lavoratore piu anziano che trasmette conoscenza al giovane come si colloca a questo proposito? Incide sulla convenienza a fare cose che la gente vuol comprare?
Il sussidio ai giovani è ovviamente temporaneo e quindi per incidere sulla convenienza a lungo termine, il periodo di tempo sussidiato dovrebbe produrre un aumento permanente della produttività tale da rendere conveniente l’assunzione. Può succedere?
Non è impossibile, ma il vero punto è: se basta un po’ di affiancamento per rendere conveniente l’assunzione a che serve il sussidio? Le imprese hanno già i mezzi per assumere temporaneamente i lavoratori nel periodo in cui vanno formati. Viceversa, se non modificano permanentemente la convenienza ad assumere i contributi servomno solo a mettere un po’ di soldi in tasca a qualche impresa scaltra che sa muoversi nella burocrazia degli incentivi e che avrebbe comunque fatto le assunzioni anche senza.
Fin qui ragioniamo solo sui limiti delle politiche basate su sussidi temporanei. Volendo guardare un po’ oltre potremmo chiederci: quanto è lungimirante pensare che i lavoratori di domani continueranno a svolgere le stesse attività che fanno oggi? Ieri consumavamo più quotidiani, libri e telefonate da fisso di quanto non facciamo oggi che esistono gli ebook, i tablet e i cellulari.
Quanto tornano utili oggi le competenze di chi ieri fabbricava macchine da scrivere?
Ancora potremmo chiederci come la mettiamo l’esperienza che il lavoratore anziano può trasmettere si fa al tornio, mentre il lavoratore più giovane vorrebbe sedere al PC (esiste una componente volontaria nella disoccupazione)?
E ancora se le imprese hanno bisogno di programmatori, esperti di contabilità e marketing e i giovani hanno competenze in archeologia, diritto romano o filosofia morale?
Mi spiace infrangere la nobile immagine dell’esperienza che si tramanda dall’anziano al giovane, come nella bottega del Verrocchio, ma è un dato di fatto che chi assume veramente oggi lo fa se può aspettarsi di ricavare dal contributo di quel nuovo dipendente più di quel che costa e dunque quanta e quale occupazione avremo domani dipende da quanto è agevole e conveniente innovare e fare impresa oggi.