L’errore in rassegnaToglietemi tutto ma non la colazione!

C’è un rito, al mattino, al quale per nessun motivo rinuncerei. È il binomio: colazione + rassegna stampa. Essendo io genovese, la colazione si compone di un bel pezzo di focaccia “pucciata” nel la...

C’è un rito, al mattino, al quale per nessun motivo rinuncerei. È il binomio: colazione + rassegna stampa. Essendo io genovese, la colazione si compone di un bel pezzo di focaccia “pucciata” nel latte caldo (ovviamente, il latte caldo si beve tutto fino all’ultima goccia). Essendo io giornalista, la rassegna stampa prevede un’attenzione maniacale (ovviamente, gli errori di grammatica sono la prima cosa che noto). Mi reputo testarda e cocciuta. Altrimenti non saprei come spiegare la mia ostinazione nel difendere questo binomio che, in mille e più occasioni, mi ha fatto rimanere la colazione sullo stomaco. Tranquilli, la colpa non è della focaccia (solo chi è genovese può assaporarne fino in fondo il piacere), ma degli errori. Forse dovrei scindere i due momenti, almeno mi gusterei quella striscia di focaccia calda appena sfornata. Ma la routine frenetica non mi permette di farlo. Ed è un peccato. Perché la focaccia calda è qualcosa da vero orgasmo. E allora, ecco che arrivo al dunque, ve lo chiedo per favore. Quando scrivete i vostri articoli, i vostri commenti, i vostri post sui social network, i vostri blog, eccetera, eccetera, eccetera… ricordatevi che a Genova c’è una giornalista pubblicista che, mentre farà colazione, leggerà i vostri orrori grammaticali e vi odierà profondamente per averle rovinato un rito che, all’ombra della Lanterna, è sacro. Che poi, io dico, non sono errori da 2 in italiano. Sono tutte regole che, in teoria, le maestre delle elementari “ci hanno spiegato”. Per favore: mai la virgola tra soggetto e verbo, attenzione agli articoli indeterminativi che vogliono (o non vogliono) l’apostrofo, la suddivisione in sillabe, i plurali di –cia e –gia. Basta davvero poco. E io potrò fare colazione in santa pace.

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