«C’è un dato che non può non sfuggire. Quando tu vinci da Treviso a Catania, oppure in Sicilia hai questi risultati oltre al valore locale c’è anche una tendenza generale. Per forza, perché sennò non avresti questi risultati». È un Guglielmo Epifani raggiante quello che oggi ha varcato l’ingresso di “Casa Catania”, quartier generale di Enzo Bianco, per una conferenza stampa post-turno elettorale.
Catania torna ad essere guidata dal centrosinistra, ed Epifani è lì per complimentarsi con il neo sindaco, e per mostrare in mondo visione il modello Catania. Un “modello”, lo chiamano così, che ha consentito al dirigente demcrat di vincere al primo turno grazie al sostegno di Pd e di alcune liste civiche, costituite da ex lombardiani, cuffariani e pdiellini.
È proprio sul tema delle liste civiche, costituite da personaggi discutibili come Lino Leanza, ex vicepresidente della Regione ai tempi del regno di Totò Cuffaro, il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura incalza il segretario Pd. Epifani si ferma un attimo, e risponde in politichese arrampicandosi sugli specchi: «Capisco tutte queste domande e le obiezioni sottotese a queste domande. Al dunque cosa resta di questa sfida a Catania? Che un uomo come Enzo Bianco è il sindaco della città, e che lui si impegnerà a fare il meglio per i cittadini di questa città». Insomma pur di vincere ai democrat vanno bene ex cuffariani, ex lombardiani e “capibastone”.
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