Scrivo mentre piango lenta. Forse c’è un bacarozzo nero qui intorno e non so dove si sia nascosto. E poi ci sono i ricordi e vorrei che non mi risalissero in petto, così, all’improvviso. C’è una musica ad accompagnare parole come lame, un piano e una storia che si interseca alle mie, quelle che mi hanno insegnato che non c’è che la certezza dell’indefinito e del probabile, che può aprirsi un sorriso nel dramma, amore nella ferocia di uno sguardo, pace nel dolore, buono in ciò che più ti fa star male, e viceversa. Scorrono le parole e portano dentro di me, al rancore per la sensibilità che è dono e condanna, perché ti lascia scoprire le sfumature, ogni istante, modularsi al contorno e farne nuova veste a confonderti. Sapete, non sempre si ha il coraggio di prenderne una, una qualsiasi, a caso, da indossare, scegliere, seguire. Ti si palesano l’una dopo l’altra o tutte insieme, non puoi far finta di niente. Resti indietro. Abbandoni la strada, quella che hai smesso di cercare da tempo. Ti dimentichi chi sei e cosa stavi facendo. Scopri la radura. Ti siedi e chiudi gli occhi per trovar pace.
C’è in mezzo al bosco una radura in attesa, la può trovare solo chi s’è perso, è circondata da un bosco che soffoca se stesso. Niente di dirà dove sei, ogni attimo è un posto in cui non sei mai stato, rassicura la voce narrante di Good Night Sofia.
Lo proiettiamo anche a Parma, sabato prossimo 22 giugno, al Circolo Arci Zerbini. Siete tutti invitati.