Non è il solito retroscena tutto siculo che ormai impazza da anni nei palazzi della Trinacria che conta. Perché questa volta Gianfranco Micciché si toglie qualche sassolino dalle scarpe, e spara a zero contro l’ex rivale di sempre. Ad Angelino Alfano, attuale segretario politico del Pdl, Ministro dell’Interno e vice Presidente del Consiglio, il “Gianfranco ” di Palermo non la manda a dire dalle colonne del quotidiano La Repubblica: «Alfano per tante cose è bravo. Ma fare il segretario di un partito non è mestiere suo». Del resto quando Micciché coordinava il partito del Cavaliere in Sicilia l’allora Forza Italia conquistava 61 seggi su 61.
Mentre negli ultimi due anni e mezzo il segretario politico Angelino Alfano ha reso il Pdl in Sicilia un partito praticamente inesistente, che non ha più alcun peso a livello regionale. Dice Micciché: «Prendiamo ad esempio la Sicilia, la sua regione, quella in cui dovrebbe essere più forte. Ecco. Non puoi partire dal 61-0, da sei presidenti di province su nove, da sei sindaci di capoluogo su nove e poi perdere tutto. Regione compresa. Per non dire delle amministrative in tutto il resto d’Italia, da due anni a questa parte. Ripeto, parlo da osservatore esterno. Ma dopo tante batoste, l’allenatore si cambia. Oppure ti porta in serie C».
Ma “Gianfranco” guarda oltre. Ormai rientrato nei ranghi del Cavaliere, il leader di Grande Sud spera che si ritorni al più presto a Forza Italia, e che si chiuda per sempre l’esperienza “fallimentare” del Pdl. «Se rinascerà con lo spirito el’entusiasmo del ‘94 non avrei esitazione a dare il mio contributo. L’importante sarà recuperare quello spirito del fare che purtroppo mi sembra non caratterizzi molto questo governo». Insomma Micciché invia segnali: vuole essere il leader della “nuova” Forza Italia nella terra dell’ormai remoto “61 a zero”. O in tutto lo stivale.
Twitter: @GiuseppeFalci