Poteva andar meglio: a 47 anni valgo mezzo dollaro, ad essere precisi $0,5804. E’ questa la valutazione che mi danno le aziende che vendono i profili dei potenziali consumatori alle aziende che fanno e cercano di vendere prodotti (shampo, auto, mutui, vacanze, medicine, funerali, assicurazioni ecc.). Il mio prezzo – assolutamente nella media, al di sotto di un dollaro per individuo – l’ho ricavato leggendo un interessante articolo del Financial Times, Companies scramble for consumer data, che spiega i criteri attraverso cui veniamo profilati e ceduti a pacchetti di mille, per cui per vendermi – beffa ulteriore – devo essere accorpato ad altri 999 medioman. La cosa interessante è che se sono molto sfigato, con molti problemi di salute, più figli da mantenere, valgo molto di più. Infatti alla fine dell’articolo del FT c’è il calcolatore che passo dopo passo, domanda dopo domanda sulle tue abitudini di vita, ti prezza. Il giochino l’ho fatto più volte, e più malattie, figli e hobbies mettevo più valevo. Insomma, nel suk digitale, un ragionier Fantozzi, con tre figli, assatanato di passatempi e pronto imbarcarsi nell’ultima moda consumista, vale 3,4107 dollari, UN VALORE PAZZESCO.
Il tema è molto interessante perché, insieme alla furiosa polemica scoppiata dopo le rivelazioni (si fa per dire) sulla grande rete di ascolto attivata dal governo americano per scopi counter terrorism (parola magica che dopo l’11 settembre ha giustificato la qualunque), questa storiella ci conferma che internet è il luogo dove nascono, maturano e esplodono le dinamiche cruciali della vita comunitaria: quelle politiche, sociali ed economiche. Quindi perché stupirsi del fatto che in parecchie situazioni il web e i social network stanno diventando il contropotere più importante, visto che è proprio lì che il potere politico ed economico concentra la sua creatività e i suoi investimenti. Come dice un fortunato claim pubblicitario, Perché io valgo. Mezzo dollaro. Alla faccia…