Anche io, come tutti voi, ho visto la conferenza stampa tenuta da Beppe Grillo dopo essere stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una conferenza stampa che, in un crescendo rossiniano, si è trasformata via via in un vero e proprio comizio sputacchiante. E gli F35 di qua e le pensioni d’oro di là; e la nazionalizzazione di Montepaschi di sopra e il Pd senza palle di sotto (evidentemente). E poi – giù, giù per li rami – la gente che vuole prendere i fucili (ma ve li immaginate questi 40enni esperti di informatica che maneggiano lo sten?) e lui che a stento li dissuade belìn fermi che non c’è il wifi.
Ma non è di cose serie che volevo parlarvi. Io volevo solo porvi alcune domande accessorie. Secche. Dritte. Ma come cazzo era vestito Grillo? Eh? Che giacca portava? E quella cravatta da venditore di enciclopedie? No, perché per fare la rivoluzione ci vuole stile. Garibaldi ce l’aveva. Lenin pure. Per non parlare di Che Guevara. Non puoi mica andare in giro vestito da rappresentante della scopapippo. Grillo sembrava lo zio che fa il padrino alla cresima del nipote. Un assessore di Rocca Impagliata che dà le dimissioni. Il cattivo in una soap brasiliana.
Avete presente Diego Armando Maradona allenatore dell’Argentina ai mondiali in Sudafrica del 2010? Quei vestiti grigi, quelle cravatte da cerimonia, quelle scarpe nere? Ecco, Beppe Grillo è il nostro Pibe de Sant’Ilario. E Casaleggio è Tarantini.