Nonostante ci siano abbastanza presupposti, non sono diventata una hypster. Giuro che a me la bici è sempre piaciuta, fin da quando ce l’avevo verde acqua con le rotelline e ci facevo le discese di Ponte Buriano frenando con i piedi (e sfasciandomi ginocchia e talloni).
Giuro che se avessi soldi “in più” e non il terrore che qualcuno me la potesse rubare da un momento all’altro me ne prenderei una leggera leggera bianca con le ruote colorate. E ci metterei pure un pupazzo in cima, nel mezzo del manubrio, da vera zarra.
Alla fine però ho scelto Lino, un ometto piccino picciò, appassionato di tecnologia, che non s’abbronza facilmente e amante del gelato alla crema. L’ho preso durante la Fashion Week, ho deciso che lui era più importante di lei.