Chiudere il Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca. La richiesta arriva da Franco Codega, consigliere PD del Friuli Venezia Giulia, dopo una la visita effettuata al CIE di Gradisca d’Isonzo insieme ad una delegazione di quattro consiglieri regionali, all’assessore Panariti, all’on. Furfaro e ad altri esponenti dell’associazionismo regionale.
Come spiega Codega, questa visita
“(…) ha messo in evidenza come tale struttura non solo non abbia praticamente quasi nessuna utilità, ma si sia trasformata in un luogo in cui spesso sono a rischio i più elementari diritti“.
“Attualmente il CIE di Gradisca ospita 67 trattenuti sui 240 possibili. Per la loro sorveglianza vengono utilizzate 150 persone al giorno, carabinieri ed esercito. Di queste 67 persone, 20 provengono da altre carceri e 47 sono trattenute solo in attesa di identificazione. Le mense sono chiuse, gli ospiti mangiano nelle loro stanze e gli unici spazi di aria sono i cortili ristretti circondati da gabbie di ferro. Si è di fronte a un vero e proprio zoo: nessuno spazio comune, telefonate centellinate, cellulari sequestrati e contatto con l’esterno affidato a una carta telefonica di 5 euro ogni due giorni. Attività ricreativa inesistente”.
“Continua abbondante – aggiunge Codega – la somministrazione di psicofarmaci e ci sono disfunzioni organizzative pesanti: da due mesi le lavatrici non funzionano e vestiti e lenzuola o restano sporchi o vengono lavati a mano dagli stessi trattenuti. La consulenza legale registra ampie falle: per quattro giovani siriani non sono state ancora avviate le pratiche di asilo. E dopo 18 mesi in questa situazione verranno tutti rilasciati liberi”.
Codega chiede un intervento immediato del Parlamento per chiudere i CIE.