Questa immagine è stata scattata alle 19.30. Sul Giglio tramonta una giornata ancora lunga: i lavori per il raddrizzamento della Concordia, cominciati alle 9.07, continueranno per tutta la notte.
Inutile ribadire che si tratta di una operazione che ha trasformato quest’isola in una sorta di iper-luogo: centinaia di giornalisti da tutto il mondo, migliaia di ore di diretta, un lungo streaming dalla nave che pian piano si gira, eccola quasi coricata, eccola fissata, speriamo regga, chissà come va a finire. Nell’attesa, qualche sensazione sparsa sui tanti temi della giornata, raccolti in sala stampa nelle lunghe ore di attesa (ottimo il catering, tra l’altro). Le cose, insomma, che ho capito quest’oggi (più o meno).
1. La dinamica. Parbuckling: la parola inglese è una crasi di altre tre e di per sé non vuol dire niente ma è cool. Per fare il parbuckling, all’inizio c’è da fare il debunkering, mi metti i cassoni.Poi fai il falso fondale e metti il collare alla prua che sennò rischia lo sgancio. Poi ti avvicini con la caveria, una caveria di tutto rispetto. Poi agganci i martinetti. Poi, e sei già in control room (che qualcuno chiama decision room e non ho ancora capito se sono due diverse), tiri piano. Ma piano, piano, piano. Cosi mi disincagli, mi disarcioni la barca dagli scogli. I robottini rov fanno i filmati e tu aspetti che il ginocchio della nave si appoggi e non sobbalzi. Se non sobbalza e resta fermo il gioco è fatto. Speriamo vada cosi: sarebbe un prodigio assoluto.
2. Non ci sono umarelli. Niente curiosi, niente popolazione di anziani che guardano i lavori, solo giornalisti e residenti muniti di badge. I più fortunati hanno la scritta “ALL AREAS”, come ai concerti. Ci sono i residenti che la sanno lunga e girano con la maglietta “Keep calm e think about Isola del Giglio”. Ci sono quelli che non sanno di preciso dove andare a parcheggiare e sono stufi dei giornalisti. Ci sono quelli che si sono affezionati alla Concordia. Ci sono quelli che aspettano l’ultima foto da sdraiata e la prima da eretta. Son soddisfazioni.
3. Ritratti. C’è il signor Luigi che ha fatto il farista per una vita e gli manca il Faro ma si tiene in forma con i lavori di casa. Dice che il Giglio era meglio prima ma che in futuro, senza il barcone, può tornare bellissimo. C’è Don Lorenzo che fa il prete (“Papa Francesco sarebbe un leader del Pd perfetto-ridiamo- ma forse è troppo di sinistra”) e che la notte del naufragio ha aperto la chiesa per i naufraghi. Dice che la gente del Giglio è campione di solidarietà. Poi c’è Giacomo. Lui ha cablato l’isola, per intero, in pochissimi giorni, battendo la concorrenza di tutti, forse anche della Nasa. La sua azienda si chiama Super Ivo, come il babbo, che fa il macellaio e di computer non capisce nulla.
4. Scommesse. Ridda dello smaltimento della nave: Piombino? Civitavecchia? Palermo? Al bar del Porto il problema principale resta comunque Mario Gomez, neo-centravanti della Fiorentina che avrà tre mesi di infortunio e che dicono somigli già al relitto della Concordia.
5. Volevo salutare il mio amico Jan che ha fatto una quantità di pezzi per le radio tedesche (totale 30, 20 in diretta e dieci nei radiogiornali) e il mio amico Gianpiero che scrive per i settimanali. Chiudono stasera, e se domani, e sottolineo se, la Concordia per qualche sfiga dovesse sganciarsi, ci fa la figuraccia del secolo.
6. Varie ed eventuali. Continuo a pensarla come ieri: dal Giglio passa molta simbologia sull’Italia di oggi e in mezzo a tanti distinguo, farcela, se ce la si fa, sarebbe davvero un grande segnale.