La Camera, ieri sera, ha approvato la legge sull’omofobia. Appena ho letto il lancio d’agenzia, per festeggiare ho pensato: “Adesso scrivo un post e poi taggo tutti i miei amici gay”.
Poi mi sono ricordato che: uno non posso taggarlo perché il padre se lo scopre lo uccide, un altro non posso perché sennò lo prendono in giro, un altro perché vuole che lo sappiano solo le persone più vicine a lui, un altro no perché ha paura di essere pestato, un altro ancora perché teme di subire discriminazioni sul lavoro, un altro per tutti questi motivi, un altro per altri motivi ancora.
E ho lasciato perdere con i tag.
Poi ho letto la legge che hanno votato e ho capito che non c’era nulla da festeggiare. Come al solito, siamo tornati indietro invece che andare avanti, togliendo diritti invece che aggiungerli. Un testo arzigogolato e barocco, figlio di compromessi inaccettabili. Una legge che, oltre ai deboli tutela anche i forti e di conseguenza tutelerà solo loro.
Disse una volta Montanelli, che in Italia ci sono leggi che bisogna augurarsi che non vengano mai fatte. Perché quando verranno fatte, saranno una tale patacca da far ridere il mondo intero.
Montanelli aveva capito tutto degli italiani.
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