A sorpresa nella serata di ieri, diventava pubblica la notizia del ritiro della candidatura di Larry Summers per la successione di Ben Bernanke alla guida della Federal Reseve. Summers, constatando che la sua candidatura sarebbe stata “fonte di dissidi”, ha scritto una lettera al Presidente Obama dove ha preso atto che vi era un serio rischio che proprio la sua candidatura potesse non giovare “all’interesse della Federal Reserve, né a quello del governo, né alla ripresa economica del paese”.
Per Summers, ex segretario al Tesoro ed ex presidente dell’Università di Harvard, molto legato ad Obama, non può non aver pesato il massiccio schieramento di economisti a favore di Janet Yellen. Questo schieramento – che vedeva sullo stesso fronte personalità di primissimo piano come il premio Nobel J.Stigliz, Alan S. Blinder e tantissimi docenti delle più importanti università americane – aveva prodotto una lettera aperta indirizzata ad Obama in cui si affermava perentoriamente:
“we believe that Janet Yellen is an extremely effective leader who has demonstrated her capacity to work with the other FRB governors and to bring important perspectives of the American people to her leadership and decisions. In our opinion, she is the best possible leader for the Federal Reserve Board at this critical time in our nation’s history”.
Summers ha preso atto di queste posizioni ed ha tolto Obama dall’imbarazzo di una scelta difficile. Adesso la candidatura della Yellen è quella che riscuote le maggiori probabilità di successo.
Si può cercare di descrivere la Yellen partendo dai suoi scritti. Ha una produzione di primissimo piano ed è considerata una validissima studiosa. Può essere tuttavia utilie, fra i tanti suoi interventi o studi, riprendere un testo sulla “lezione di Minsky”. Sabato scorso sulla Gazzetta di Parma in occasione dell’anniversario del crollo della Lehman Brothers ho ripreso un intervento scritto dalla Yellen nel 2009 quando era presidente e ceo della Federal Reserve di San Francisco: “A Minsky Meltdown: Lessons for Central Bankers“, presentato alla diciottesima Annual Hyman P. Minsky Conference on the State of the U.S. and World Economies, conferenza intitolata emblematicamente “Meeting the Challenges of the Financial Crisis”.
Nel suo intervento la Yellen svolgeva un’attenta disamina della cause che hanno portato alla crisi dei mutui subprime e poi al crollo della Lehman Brothers e al successivo terremoto sui mercati finanziari.Non evitava di manifestare dubbi sulla politica di Greenspan e sulle conseguenze che può aver provocato nella creazione della bolla dei prezzi delle case ecc.
La Yellen in quel testo si interrogava su quale dovesse essere il ruolo delle Banche centrali, in particolare dopo una terribile crisi come quella del 2008-2009. Sottolineava le “lezioni apprese”, in particolare sulle teorie di Minsky sui crolli finanziari e sulle bolle scpeculativve.
“Questo risultato sembra particolarmente convincente ora che è chiaro che gli episodi di esuberanza, come quelli che hanno portato alla nostre bolle sui bond e sui prezzi della case, possono essere bombe a orologeria che causano danni catastrofici per l’economia quando esplodono. Infatti, in considerazione del disordine finanziario che stiamo vivendo, ho trovato affascinante leggere di nuovo Minsky e ho riconsiderato le mie opinioni sulle risposte delle banche centrali ai boom finanziari speculativi. I miei pensieri su questo sono molto cambiati, come spiegherò”
La Yellen si interrogava, pertanto, se le banche centrali dovessero tentare di sgonfiare le bolle dei prezzi delle attività prima che diventino abbastanza grandi da causare enormi problemi. Fino a poco tempo fa – ammetteva – la maggior parte dei banchieri centrali avrebbero detto di no, in quanto avrebbe sostenuto che la politica delle Banche centrali doveva concentrarsi unicamente sull’inflazione, sull’occupazione. La Yellen sottolineava che questa ad esempio è stata la visione che ha prevalso durante la bolla dei titoli tecnologici nel Duemila e lei stessa aveva sostenuto questo approccio in passato. Tuttavia, con lo scoppio della bolla dei mutui subprime aveva modificato opinione: la politica monetaria può e deve essere utilizzata per sgonfiare le bolle speculative, pur riconoscendo le incertezze nel rapporto tra la politica monetaria espansiva e la stabilità finanziaria.
La Yellen riconoscendo che il “rischio sistemico è endogeno al funzionamento del sistema finanziario” concludeva il suo intervento con un auspicio :
“A questo punto, le riforme proposte coinvolgono grandi principi. La traduzione di questi principi di vigilanza in un programma dettagliato sarà difficile, per non dire altro. Ma sono fiduciosa che le lezioni che abbiamo appreso ci aiuteranno a costruire un sistema efficace per scongiurare crisi finanziarie più gravi . Se avremo successo, allora avremo fatto un lungo cammino verso la prevenzione Recensioni un altro “Minsky meltdown”.
Questo auspicio può essere considerato il “programma” del suo probabile prossimo mandato alla guida della Federal Reserve. Ben Bernanke le lascerà in eredità non poche questioni spinose.
@Giov_Fracasso