Nuovo MondoLa triplice ipocrisia sulla fine di Priebke

È certo che i funerali e la sepoltura di Priebke si concluderanno in Italia, ma quello che resta sullo sfondo è l’ipocrisia di tre paesi, tutti coinvolti allo stesso modo nella vicenda di un uomo l...

È certo che i funerali e la sepoltura di Priebke si concluderanno in Italia, ma quello che resta sullo sfondo è l’ipocrisia di tre paesi, tutti coinvolti allo stesso modo nella vicenda di un uomo lasciato completamente indisturbato a fare i propri comodi per il mondo ed a vantarsi di aver ammazzato centinaia di persone ed oggi improvvisamente pesante per tutti.

L’incoerenza dell’Italia che oggi si divide sui funerali e sugli ultimi atti spettanti essenzialmente ad un morto, dopo averlo praticamente “accolto” a braccia aperte, con un Tribunale Militare capace di far valere la prescrizione per reati così efferati come quelli delle Fosse Ardeatine, un altro che gli concesse un “permesso di lavoro” e perfino la detenzione domiciliare larga come se quest’uomo non avesse già vissuto in piena libertà e possibilità di lavorare per il mondo.

E pensare che oggi in Italia si trova così scandaloso parlare di amnistia e di indulto, liberare dal carcere decine di tossicodipendenti o immigrati che hanno eseguito furti con scaltrezza mentre un uomo come Priebke usciva per fare la spesa con gli applausi di qualche ultras di destra improvvisato o di qualche neo-nazista che però la guerra non l’ha mai né vissuta, né combattuta, altrimenti chissà cosa avrebbe pensato sotto le bombe di Londra, Dresda o Hiroshima.

Poi c’è l’ipocrisia dell’Argentina, un paese dove si sono rifugiati criminali nazisti di alto rango ma anche semplici ufficiali o soldati non pentiti, coperti inizialmente da governi permissivi e poi da giunte militari che non avevano nulla da invidiare al nazionalsocialismo tedesco. Alcuni di questi sono morti, mai trovati forse perché mai cercati. D’altronde Eichmann fu trovato dai servizi segreti israeliani in uno stabilimento Mercedes a Buenos Aires dove lavorava tranquillamente ed anche per Priebke e Kappler la ricerca è stata fruttuosa solo grazie a stessi mezzi.

Oggi l’Argentina non li vuole. Ha concesso loro ville vacanziere a Bariloche, posti di lavoro, perfino identità segrete che erano facilmente rintracciabili, ma oggi il governo di Cristina Kirchner, che non vuole sporcare la sua immagine di ricercatore di crimini contro i desaparecidos sfugge dalle responsabilità di un paese che comunque ha rappresentato l’oasi felice di gente discutibile e lo è ancora, sia verso criminali neri che verso terroristi rossi.

Dulcis in fundo la Germania. Non troverete in questi giorni sul Frankfurter Allgmeine, su Bild, né su altri quotidiani su stampa o sul web una notizia che colleghi Priebke alla Germania o la sua morte e la sua sepoltura ai luoghi tedeschi. Per loro è un affare italiano, se non “ebreo”. E se oggi Berlino rispetta ed è rispettata dal popolo israeliano, senza alcun retaggio del passato, questo antipatico scrollare le spalle e girarsi dall’altra parte del governo tedesco di fronte a problemi che li riguardano e che sono solo lontani nel tempo ma non nella logica e nella storia, è vigliacco e paradossale. Perché ciascun paese ha i suoi figli cattivi ed anche l’amaro dovere di accoglierli nella morte, senza ipocrisie.

@angelodaddesio
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