Banche, moneta, potereL’Europa senza Mediterraneo

  Santa Maria de Finibus Terrae - Edicola votiva sulla strada per Santa Maria di Leuca - Foto G.F. La tragedia, l'ennesima tragedia sulle coste di Lampedusa lascia sgomenti. Colpisce nel profondo....

Santa Maria de Finibus Terrae – Edicola votiva sulla strada per Santa Maria di Leuca – Foto G.F.

La tragedia, l’ennesima tragedia sulle coste di Lampedusa lascia sgomenti. Colpisce nel profondo. E brucia dentro. Non sarà neanche l’ultima:è una triste consapevolezza. Il Mediterraneo ribolle di tensioni, di guerre violente al centro dell’attenzione mediatica- come in Siria- e di guerre nascoste come in Libia, dove lo scontro tra fazioni ha ancora lungi strascichi. Poi vi sono le rivolte come in Egitto, le tensioni in Turchia, l’ancora irrisolta questione palestinese ecc. E c’è la crisi economica in Grecia, in Spagna, in Italia. E’ un bilancio pesante per il bacino Mediterraneo, culla di civiltà ma anche luogo dell’anima, modo di essere.

Che cos’è il Mediterraneo? ci chiediamo. Può essere utile riprendere la definizione del grande storico Fernand Braudel:

“Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo vuol dire incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, l’Islam turco in Yugoslavia. Significa sprondare nell’abisso dei secoli, fino alle costruzioni megalitiche di Malta o alle piramidi d’Egitto. Significa incontrare realtà antichissime, ancora vive, a fianco dell’ultramoderno…”

Un altro grande storico Georges Duby sottolineava:

“La fonte è la nello spazio mediterraneo, la fonte profonda dell’alta culturadi cui mena vanto la nostra civiltà…Quando pensiamo all’umana compiutezza,all’orgoglio e alla fortuna di essere uomuini, il nostro sguardo si volge verso il Mediterraneo”.

Mosaico paleocristiano nella Chiesa di Casaranello – Foto G.F.

L’Europa non ci aiuterà ad affrontare le tragedie di questi giorni né si farà veramente carico dei problemi, degli immensi problemi dei flussi immigratori. Questo non solo perchè è un’Europa sempre più divisa, senza una comunce politica estera. Non solo perchè ha una Commissione ormai debolissima. Ma, soprattutto, perché per gran parte dell’Unione Europea il Mediteranno è o una zavorra o rileva solo come fonte di approvvigionamento energetico.

Si leggano i recenti report economici – sia da enti sovrannazionali come il Fondo Monetario sia da centi ricerche privati – e si vedrà che i Paesi mediterranei vengono indicati come periferici. Non è solo una questione lessicale, nè unicamente contabile. Non dipende solo dalle difficoltà dell’economia e dai problemi del debito pubblico di Spagna, Portogallo, Grecia. Anche l’Italia – da paese fondatore della Comunità europea – è ridotta al rango di periferia. C’è stato un cambiamento di paradigma. C’è stato un declassamento dei Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo e quindi una perdita di peso politico, di importanza. Quest’Europa a guida tedesca è senza Mediterraneo.

Non c’è più neanche l’asse paritario tra Germania e Francia. La Francia oscilla tra l’essere il maggiordomo delle decisioni tedesche e le fughe in avanti come sulla Siria in ricordo di una lontana grandeur.

Perché è avvenuto questo sradicamento dell’Europa? Le cause sono molteplici e complesse. Non si può non rilevare, tuttavia, che la cabina di regia tedesca è proiettata verso Est ed ha creato una grande area, un grande campo di azione che va dalla Normandia al Baltico al Caspio. E’ un blocco continentale che si sta fortemente integrando. E’ l’area dell’euro del Nord, con i paesi satellite dell’Est Europa fuori dall’euro ma integrati nelle catene produttive tedesche. (Si guardi la supply chain delle produzioni degli elettrodomestici del freddo). La Germania ha poi puntato a costruire un legame privilegiato con l’Asia, facendo perno sulla sua politica mercantilistica. Il crollo del muro e la fine delle divisioni di Yalta hanno creato opportunità enormi per la Germania. E abilmente le hanno saputo cogliere.

Nell’Europa a guida tedesca il Mediterraneo non può avere un ruolo di primo piano. Non può essere protagonista. Questa regressione tellurica, questo ritorno al continente ha origini lontane e profonde. Franco Cassano, nel Pensiero Meridiano riflette sulle parole di Alberto Savinio sullo spirito germanico:

“Questa terra circondata dalla terra, questa terra al quadrato fa sì che in modo paradossale il cuore dell’Europa ospiti i tedeschi gli <<asiatici d’Europa>>. La civiltà tedesca è un civiltà teocratica, il cui Dio <<è la Germania stessa>>. <<La Germania – continua Savinio- ha un’idea europea, ma è di un’Europa sua propria, di un’Europa germanizzata, di un’Europa costruita con materiali tedeschi ed animata dalla spirito germanico”

Ma un’Europa senza Mediterraneo svela la sua intrinseca fragilità: svela il suo non-essere. Questa che chiamiamo Eurozona è sempre più il cortile di casa della Germania.

L’italia non può rimanere schiacciata in quel cortile,non può ridurre così la sua prospettiva. Deve ritrovare,deve caparbiamente ricostruire una sua via. Deve costruire un nuovo e fecondo legame con il Mediterraneo.

“Qui l’Italia trova il senso del proprio destino: è l’asse mediano del mare, e si è sempre sdoppiata, molto più di quanto non si dica di solito, tra un’Italia volta a Ponente e un’altra che guarda a Levante. Non vi ha attinto per molto tempo le proprie ricchezze? Naturale è quindi per lei la possibilità, e naturale il sogno, di dominare il mare in tutta la sua estensione” (F.Braudel).

Non è l’Europa continentale l’orizzonte dell’Italia. “Essere stati è una condizione per essere”. Dobbiamo ritrovare un nuovo protagonismo nel Mediterraneo. Una nuova centralità. Il giorno in cui le nostre elites riscopriranno la geopolitica vedranno che quella italiana non può coincidere con quella della Merkel.

@Giov_Fracasso