Un cortile di Milano visto con gli occhi del portierePassi

E’ buio nella stanza. Lentamente comincio a distinguere la sedia, l’armadio, le sagome dei libri. Piccoli frammenti di stanchezza, discorsi fatti, pensieri consumati dal tempo a loro dedicato, mi ...

E’ buio nella stanza. Lentamente comincio a distinguere la sedia, l’armadio, le sagome dei libri. Piccoli frammenti di stanchezza, discorsi fatti, pensieri consumati dal tempo a loro dedicato, mi cercano e mi trovano. Sono sfinito. Ancora pochi minuti, lo sento, poi crollerò in un sogno. Nel dormiveglia ascolto il rumore dei passi della gente che rientra in cortile. I primi che sento sono quelli dei ragazzi, accompagnati dalle loro voci troppo alte. Qualcuno grida loro un “silenzio!” I giovani abbassano i toni e il calpestio s’interrompe. Li conosco bene, si saranno fermati sotto un portone per passarsi quella che chiamano “la canna della buona notte”. Ora, per qualche secondo, c’è un silenzio imperfetto, dura poco. Passi disordinati, forse una caduta, parolacce biascicate; è un inquilino che ha bevuto e che torna a casa con fatica. Sono sul punto di cadere nel sonno, ma, in ultimo, sento una cadenza strana. Certamente sono due persone: camminano, si fermano, riprendono e si bloccano ancora. Sono due innamorati, un bacio, un altro ancora…. Sono le due del mattino.

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