Dopo le stime che calcolano la disoccupazione giovanile alla soglia horror del 40%, arriva finalmente una buona notizia per i ragazzi in cerca di lavoro. Il Ministro Cecile Kyenge ha finalmente sbloccato il bando per il Servizio Civile Nazionale.
Una notizia che si attendeva da molti mesi. Un’attesa lunga e tormentata, che ha fatto temere –al contrario– che il bando saltasse definitivamente. L’AISEC, l’associazione che raduna volontari ed ex volontari, aveva lanciato anche una petizione per non far morire il Servizio Civile.
Non è una novità, purtroppo. I governi italiani hanno spesso messo serie ipoteche sul futuro del SCN. Ogni anno il SCN è un’ipotesi: oggi c’è, domani chissà. Nel 2012, ad esempio, non è stato emesso nessun bando. Anche quando i bandi sono approvati, i fondi stanziati e i ragazzi assunti: lo scorso anno, ad esempio, i volontari del bando 2011 anziché iniziare a lavorare a gennaio 2012, hanno dovuto attendere i primi di luglio.
Eppure il Servizio Civile è uno dei rari fiori all’occhiello della nostra pubblica amministrazione. Nato dalle ceneri della leva obbligatoria, ereditando il sistema adottato fino ad allora per gli obiettori di coscienza, viene definito dalla legge come “la difesa non violenta e non armata della Patria”.
I volontari del SCN difendono la Patria collaborando con più di mille Enti e associazioni fra l’Italia e l’estero in vari progetti che prevedono, in genere, attività nel campo dell’educazione, della tutela del patrimonio artistico e culturale, dell’ambiente, della protezione civile e dell’assistenza alle fasce più deboli.
I volontari, assunti con contratti validi per un solo anno e non più rinnovabili, ricevono un rimborso mensile di 433 euro per un lavoro che in genere è part-time. Manna dal cielo per una generazione che spesso è costretta ad elemosinare cifre molto inferiori per lavori molto più duri e pesanti. Posto che un lavoro si riesca a trovarlo. In questo particolare momento storico, il Servizio Civile riesce a garantire, in maniera originale e non assistenzialistica, la presenza dello Stato in settori in enorme difficoltà come cultura e welfare e al tempo stesso offre un’opportunità di lavoro per molti giovani italiani.
Eppure per la consueta miopia della classe dirigente italiana, ogni anno il Servizio Civile è a rischio. Ogni anno i servizi di assistenza coperti perdono la necessaria continuità e copertura. Ogni anno lo Stato lascia soli per mesi, milioni di italiani assistiti, direttamente o indirettamente, dai volontari del SCN. Servirebbe una riforma generale che copra anche molte delle criticità lasciate scoperte: l’accesso degli stranieri, la cronica mancanza di fondi, il caos e l’incertezza che rendono instabile e precario il servizio.
Nell’attesa di un intervento serio della politica, non si può non salutare con piacere la partenza dei bandi del 2013. I progetti, approvati dagli appositi uffici della Presidenza del Consiglio, prevedono l’assunzione di oltre 15.000 volontari, che dovranno avere fra i 18 e i 28 anni compiuti. E’ possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di Servizio Civile Nazionale, pena l’esclusione. Maggiori informazioni sul sito del SCN (www.serviziocivile.gov.it).
twitter: @fabio_990