Televisore acceso nel primo pomeriggio. Guardo, ma penso ad altro. Poi decido di prestare più attenzione a quello schermo che mi ferisce gli occhi. Immagini di guerra, gente che muore in mare, donne assassinate dalla follia maschile. L’ultimo brano del cantante che vende di più, la presentazione di un film. Il tempo di bere un bicchiere d’acqua e cambiano le scenografie. La vita di personaggi famosi, che fanno cose normalissime, raccontata con toni di meraviglia. Tribunali improvvisati per chi in aula di giustizia, forse, non c’è mai stato, ma a quelle cazzate che sono proposte, si appassionano tanto. Ancora: la politica, la legge elettorale, la Salerno- Reggio Calabria, le carceri che rischiano di scoppiare per il sovraffollamento (accidenti che novità). Tutto è uguale a ieri, ieri è uguale a tanti altri giorni. Arriva l’ora dei giochi, domande e quiz per vincere denaro. Spengo la scatola delle immagini e per qualche secondo resto nella penombra. Respiro, ho bisogno di vivere cinque minuti.
16 Ottobre 2013