In qualunque altro Paese del mondo (ad eccezione di dittature e repubbliche delle banane) un Ministro della Giustizia beccato a far telefonate per aiutare un’amica, inoltre figlia di un noto pregiudicato, si sarebbe immediatamente dimesso.
Ma siamo in Italia per cui tutto è lecito, d’altronde siamo stati governati per vent’anni da un uomo che ha un impressionante numero di condanne per un altrettanta variegata serie di reati, per cui di cosa ci stupiamo?
Ma torniamo alla nostra “umanissima” (con gli amici di famiglia in particolare) Ministra della Giustizia Annamaria Cancellieri. Ricapitoliamo, per punti, perché a giudizio di chi scrive dovrebbe dimettersi. E perché, sempre a parer dello scrivente, non lo farà.
Innanzitutto è indecente che il Guardasigilli si “metta adisposizione” per aiutare in “qualsiasi modo” la figlia di un noto pregiudicato, con l’aggravante di tutto l’iter giudiziario ancora in corso. Queste le esatte parole: «se tu vieni a Roma, proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti, guarda non è giusto, non è giusto». Ribadendo poi, nel corso della stessa telefonata, «comunque guarda qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so io cosa posso fare, però guarda sono veramente dispiaciuta».
Poi trovo scandaloso quali, e quanti intrecci ci siano fra la Ministro e la famiglia Ligresti. A cominciare dal fatto che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, dopo un anno di lavoro alla Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti (guarda caso) abbia ricevuto una buonuscita di 3,6 milioni di euro. Che, a voler esser cattivi, dopo nemmeno 12 mesi di attività professionale appaiono decisamente esagerati. Sembrano esser più un pagamento per una prestazione (non certo professionale) che un “trattamento di fine rapporto”. Ma quest’ultima è solo una maligna, priva di qualsivoglia fondamento, interpretazione.
Per concludere pare sui generis inoltre il fatto che la famiglia Cancellieri abbia vissuto, per tanti anni, in una casa di proprietà della famiglia Ligresti, ma soprattutto indigna profondamente il fatto che la Ministro della Giustizia abbia ripetutamente mentito sulle telefonate (di sostegno) ricevute dai Ligresti ma anche quelle che lei ha fatto loro.
In sintesi è spuntata, dalle carte dei pm, una nuova telefonata tra Annamaria Cancellieri e Antonino Ligresti. Una telefonata fatta poche ore prima dell’interrogatorio con i pm torinesi che hanno sentito il Ministro come teste. E poi, notizia di queste ore, ci sono numerose telefonate tra Sebastiano Peluso, il marito di Annamaria Cancellieri, e i familiari di Salvatore Ligresti. Telefonate frequenti, troppe per esprimere semplicemente solidarietà. Telefonate che colpiscono, e che non lasciano spazi ad ulteriori smentite.
Ricapitolando, la prima chiamata inattesa è quella del 21 agosto 2013, il numero da cui parte comincia con 366. Un prefisso non molto diffuso, facile da riconoscere per chi ha avuto dimestichezza con le 10 mila pagine di documenti dell’indagine sul falso in bilancio dei Ligresti. Con 366 inizia il numero di cellulare del ministro pro tempore della giustizia. E da quel 366 proprio quel 21 agosto parte una telefonata verso un altro numero importante e non intercettato, quello di Ligresti Antonino, il fratello del patriarca Salvatore finito agli arresti domiciliari. La telefonata, annota la macchina che produce il tabulato, dura 7 minuti e mezzo.
E qui sta il punto: che cosa si dicono in sette minuti e mezzo un Ministro che non ha certo tempo da perdere e il fratello di un carcerato? Che cosa si dicono se il Ministro sa già che il giorno dopo, il 22 agosto, arriveranno nel suo ufficio i pm di Torino per interrogarla proprio sui rapporti con la già potente famiglia milanese?
Scandalose sono inoltre le menzogne del Ministro che aveva raccontato di aver ricevuto una sola telefonata, guarda caso quella intercettata, il 17 agosto da parte della madre di Giulia Ligresti in quel momento già agli arresti.
A quella telefonata, quella del “non è giusto, non è giusto” ne è seguita una seconda, un mese dopo, il 19 agosto, con Antonino Ligresti, il fratello del patriarca. Sei minuti di colloqui, è scritto nei tabulati, per dire, sostiene Cancellieri nell’interrogatorio, che Antonino Ligresti è “preoccupato per la salute della nipote Giulia Maria la quale, come peraltro riportato in articoli di stampa, soffre di anoressia e rifiuta il cibo”.
È qui, l’ultimo atto vergognoso della, Cancellieri cioè il fatto di aver “sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del DAP, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”.
Ovviamente i due dirigenti smentiscono di aver subito pressioni, sta di fatto che qualche giorno addietro Giulia Ligresti era a far shopping a Via Montenapoleone a Milano e ieri da Vespa a “Porta a Porta”. Sarà un caso?
Sfido chiunque a sostenere che non sarebbe opportuno che il Ministro si dimettesse immediatamente. Ma sono altrettanto certo che non lo farà perché il potere (per talune persone) è una droga, di cui par che la Cancellieri sia decisamente schiava.