All’Europa piace come quello del David scolpito da Michelangelo. Integro. Senza tagli. Insomma, un bel salsicciotto di taglia media avvolto nella sua pelle. Avete capito di che cosa parlo? Sì parla del pene. Che può essere, per dirlo all’inglese, cut o uncut. Cioè integro, come natura crea, oppure circonciso, cioè privato del prepuzio. Un documento approvato a Strasburgo dall’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa il 2 ottobre scorso ha equiparato la circoncisione a una violazione dell’integrità fisica dei minori.
Il documento (approvato con 78 voti favorevoli, 13 contrari e 15 astensioni) non arriva a vietare la circoncisione, però invita gli stati membri a definire le condizioni sanitarie che devono essere rispettate per questi interventi quando non abbiano una giustificazione medica. Pur non vincolante, il voto ha scatenato la reazione del mondo ebraico e musulmano (la Turchia fa parte del Consiglio d’Europa), che non ha gradito l’equiparazione fra l’infibulazione (la mutilazione dell’apparato genitale femminile) e la circoncisione, pratica rituale dell’ebraismo (rappresenta un segno dell’alleanza fra Dio e l’uomo) , diffusa anche nel mondo islamico. Hanno protestato rabbini, ma anche autorità politiche come il presidente israeliano Shimon Peres e quello francese Hollande, il quale ha invitato a distinguere fra circoncisone e infibulazione. Molti hanno considerato il voto di Strasburgo come l’ennesino colpo di mano di una lobby antireligiosa, ostile alla libertà di culto. Insomma, una polemica molto seria.
La circoncisione è una pratica antica, già esistente nell’ Egitto dei faraoni. Anche Gesù fu circonciso e nella storia dell’arte sono innumerevoli le raffigurazioni del rito compiuto sul bimbo nato nella grotta di Betlemme. Il Santo Prepuzio fu addirittura considerato una preziosa reliquia e molti luoghi, nel corso dei secoli, si sono vantati di conservarne i resti (fra questi la cittadina laziale di Calcata). Il culto divenne imbarazzante tanto che a un certo punto la Chiesa decise, è il caso di dirlo, di darci un taglio.
Si calcola che negli Stati Uniti siano circoncisi quasi l’ 80 per cento dei maschi. La pratica si diffuse ampiamente a partire dal Novecento, sia come conseguenza degli arrivi di immigrati ebrei sia come una moda importata dall’Inghilterra vittoriana.
C’era la convinzione che la circoncisione avesse effetti benefici sulla salute dei bambini, inoltre era considerata come un deterrente della masturbazione. La grande maggioranza dei maschi americani nati negli anni Sessanta sono stati circoncisi, ma negli ultimi decenni la pratica ha conosciuto un forte declino. E’ dimostrato, però, che la circoncisione riduce il rischio di infenzioni sessuali e riduce il rischio di contagio del virus Hiv.
Negli Stati Uniti sono attivi dei movimenti che si battono per “l’integrità genitale”. C’è chi considera il tagli del prepuzio una forma di “tortura” e la polemica coinvolge attivisti, medici, giuristi, rabbini, autorità religiose. Nel 2011 a San Francisco il fronte “anti-cut” chiese un referendum per vietare la pratica della circoncisione nei confini della città. Il referendum non fu ritenuto ammissibile.
Il tema è stato al centro della conferenza dei rabbini europei che si è svolta a Berlino nei giorni scorsi. I rabbini sono arrivati molto agguerriti contro l’assemblea di Strasburgo, ma alla fine sono tornati a casa rassicurati. Li ha placati l’ intervenuto di Thornbioern Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, il quale ha dichiarato che “in nessun caso il Consiglio d’Europa vuole vietare la pratica della circoncisione”. Jagland lo ha ripetuto anche a Elihau Ben-Dahan, viceministro per gli affari religiosi del governo israeliano. La libertà di taglio è salva.