Come ci manca Rita Levi Montalcini. La scienziata premio Nobel ci ha lasciato un anno fa, il 30 dicembre 2012. Aveva l’età biblica di 103 anni. Le toccò in sorte una vita lunghissima, anche se lei ammoniva: “Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita”. I suoi giorni, fino all’ultimo, furono pieni di vita, azioni, pensieri, intuizioni, relazioni umane.
Diceva anche: “Rare sono le persone che usano la mente. Poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi”. Naturalmente lei apparteneva alla specie delle persone uniche. Nella sua vita lunghissima, ogni giorno, Rita Levi Montalcini ci ha messo mente e cuore. Basta leggere uno dei suoi libri, dove la competenza della scienziata è sempre accompagnata dalla passione del cuore, quella che ti permette di guardare lontano. Perché Rita Levi Montalcini, anche se la vista negli ultimi anni le faceva difetto, aveva sempre saputo alzare lo sguardo al di sopra del microscopio sul quale tante volte aveva piegato la testa.
Quanto avremmo bisogno della mente e del cuore di Rita Levi Montalcini in questi giorni in cui si parla di scienza in modo così sgangherato. Le polemiche sul metodo Stamina (il controverso trattamento medico per le malattie neurodegenerative) e quelle sulla sperimentazione animale, con le minacce degli estremisti animalisti nei confronti di Caterina Simonsen, dimostramo che troppe volte in Italia si dibatte di temi scientifici non usando il cuore e la mente, ma più le viscere. Così parla chi non sa, si fa ascoltare solo chi grida più forte e il dibattito degrada subito in rissa, magari da talk show.
Senza l’uso sapiente della mente e del cuore troppe volte in Italia, quando si parla di temi scientifici, sembra affiorare quello che Rita Levi Montalcini chiamava “il cervello arcaico, maligno e anche molto astuto, che maschera la propria azione dietro il linguaggio”. Grazie Rita , per averci messo in guardia e tante scuse per ogni volta che non sappiamo ascoltarti.