«Nooooooo, la lista» direbbe qualcuno. Invece sì, la lista, perché porsi degli obiettivi è sempre il miglior modo per passare una mattinata di ferie di inizio gennaio: il letto, una bacinella per il vomito come compagnia, la febbra (cit.) e una manciata di buoni propositi dedicati alla città della moda e del risotto.
1. Non minacciare più i venditori di rose di chiamare la polizia se non se ne vanno al decimo «No, grazie». Ok, ok, non si fa, etc etc, ma è stato un momento di debolezza e l’esasperazione si chiama – appunto – esasperazione, non “cortesia e garbo nell’allontanare la gente fastidiosa”.
2. Comprare al massimo due libri di poesie africane, uno per semestre. E ricordarsi di avere già al polso cinque braccialetti colorati. Non cedere di fronte agli occhi da Gatto con gli stivali di Shrek, non cedere di fronte alle storie strappalacrime, non cedere di fronte alle più o meno velate accuse di razzismo. Ricordarsi che se le poesie fossero quelle della Val Cavallina, non ci sarebbe alcuna esitazione nel mandare a quel paese l’insistente bergamasco che ci segue per tutta Via Dante.
3. Non abbassare la testa di fronte ai commessi arroganti che credono di poter dare un valore alle persone solo perché lavorano in grandi magazzini pretenziosi, ma fare come insegna Pretty Woman: tornare sul luogo del delitto carichi di pacchi e, invece che fare una battutina veloce e basta, chiedere di provare tutte le Manolo Blahnik disponibili, anche quelle del numero sbagliato perché non si sa mai, e poi andarsene sorridendo a mani vuote.
«Ma come? Non sa che le Repetto, essendo francesi, hanno uno scarto di mezzo numero?»
«Oddio no. Quanta ignoranza, quanta ignoranza! La frusta per fustigarsi è compresa nel prezzo o la fornite voi separatamente?»
4. Offrire più mentine in treno. O campioncini di bagnoschiuma.
5. Non rimanere a bocca aperta se si vede lo zoppo, lo stesso zoppo a cui si sono date parecchie monete perché «poveretto con quella gamba», camminare per recarsi sul “posto di lavoro” con la stessa grazia di Gisele Bündchen. Non è truffa, si chiama miracolo. Miracolo a Milano. La prossima volta volerà via su una scopa.