Siamo le vittime storiche dei grandi governi tecnici di larga intesa, ciò premesso che quando andiamo a votare riusciamo a fare anche di peggio. Il recente passaggio di consegne tra Letta e Renzi ci mette difronte a una domanda: cosa ci fa pensare che sostituire un esponente del Pd con un altro porterà a un grande cambiamento all’interno di un governo di carattere tecnico, sostenuto da una maggioranza che arriva fino al partito di Berlusconi, o quel che fu, o quel che sarà (visto che darlo per vinto è storicamente un errore)?
Quello che non riesco a fare a meno di notare da un po’ di tempo a questa parte, è il modo in cui silentemente la società si sta riallineando ad un nuovo mood, che è quello renziano. Non è difficile da intuire questo percorso, basti vedere i grandi cambiamenti che avvengono negli editoriali del paese. Per mood intendo soprattutto un sentimento sociale, lo spirito del tempo per dirla poeticamente, e non parlo ovviamente delle persone comuni, di me e te, che siamo fuori dai grandi giochi. Parlo di un’élite che man mano comincia a spostarsi verso questo movimento preciso, consentendo che si creino poi le condizioni sociali per qualcosa d’altro (un cambiamento conservatore in realtà). Per esempio, per Renzi premier al posto di Enrico Letta. Rifiuto ovviamente ogni genere di deviazione dal carattere complottista in quello che sto descrivendo, e quindi inserisco un disclaimer: questo non è un paese per grillini, quello che sto scrivendo non arriverà ad aizzare analisi sul grande disegno massone della storia che passa da Licio Gelli a Berlusconi fino a Renzi. Per quanto io condivida con Pier Paolo Pasolini l’idea che in questo paese esistano mille storie sotterranee da scavare..
La domanda vera, da un milione di dollari, è: cosa ha persuaso Matteo Renzi a bruciarsi così? Perché non ha aspettato le elezioni? Più in generale: cosa ha messo fretta a Renzi, e a tutta la società italiana di diventare renziana?
Come ha commentato stamattina El Pais a proposito delle riforme presentate dal premier ieri:
Con la presentazione delle riforme economiche e l’approvazione della nuova legge elettorale da parte della camera, Renzi spera di farsi perdonare il “peccato originale” di essere arrivato al governo senza essere stato eletto.