Il bonazzo è vestito. Tiene le mani appoggiate sulle cosce, le gambe sono leggermente piegate e il bacino con annessi e connessi e proietatto in avanti, vagamente invitante. La foto è sovrastata da una scritta. Naturalmente in inglese, alttrimenti che gusto c’è? Man is a masterpiece, l’uomo è un capolavoro. Sia chiaro, nel mondo delle pubblicità di moda si è visto anche di peggio. Ma fa un certo effetto vedere oggi questa foto al centro della pagina 3 del Corriere della Sera. La pagina ospita il lungo articolo di Fabrizio Roncone con la cronaca della giornata parlamentare di ieri, dedicata al voto sull’inserimento delle quote rosa nella nuova legge elettorale. Stona non poco l’immagine del bonazzo provocante con le foto delle parlamentari biancovestite che ieri affollavano Montecitorio. Quote rosa? Ma non scherziamo. A che cosa servono quando “l’uomo è un capolavoro”?
Curiosamente è la seconda volta, nel giro di pochi giorni, che il Corriere ospita una pubblicità di moda maschile nelle pagine dedicate alle tematiche femminili. Proprio l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, era apparsa una pubblicità di intimo maschile nella pagina con l’articolo dedicato alle quote rosa nelle aziende italiane. In quella foto il giovane modello, dal corpo glabro e levigato, appariva in mutande, con un inutile golfino che gli copriva parte del busto. Ho postato la foto di quella pagina su Facebook e diverse amiche hanno apprezzato. Come se la foito del bonazzo in mutande fosse una piccola rivincita dopo anni di foto pubblicitarie con donne oggetto seminude a far da contorno a maschi padroni. Meglio di una mimosa.