Tra poco si andrà a votare alle europee. Europee di cui parlano solo gli anti europeisti, da Salvini a Grillo alla Meloni, che poi però sono la minoranza. Gli altri invece, che sono la maggioranza, non parlano di elezioni europee, ma poi le vincono e non si sa mai cosa ci vanno a fare, lì a Bruxelles. In un modo o nell’altro è un dato di fatto che molti andranno a votare, alle europee. Europee che sono diventate una valvola di sfogo elettorale: lì voto chiunque, poi tanto alle politiche o alle amministrative voto sempre gli stessi. Perché gli italiani sono un popolo a cui non piace cambiare, e se cambiano lo fanno solo lì dove non si sentono in colpa di averlo fatto, alle europee appunto. E siccome mediamente gli italiani eleggono solo politici ignoranti almeno quanto loro, che parlano solo di politica perché sono ignoranti su tutto il resto, ho provato, trattenendomi, a fare un elenco di persone a cui toglierei, per il bene collettivo, dunque per motivi politici, il diritto di voto.
- Quelli che quando succede una catastrofe aerea o un attentato qualsiasi all’estero sono in ansia fin quando non sentono il cronista dire la fatidica frase: “ la Farnesina rassicura che nessun nostro connazionale è stato coinvolto”;
- Quelli che non hanno mai studiato scienza, non sanno fare un’addizione e pensano che le parabole siano solo le storielle raccontate da Gesù, e però si fidano ciecamente quando in un discorso sentono la frase “è stato scientificamente testato che…”;
- Quelli che quando ti incontrano ti salutano a seconda dell’ora del giorno o del posto in cui ti trovi: buona mattinata!, buon pomeriggio!, buona serata!, al supermercato: buona spesa!, dal medico: buona visita!, alle Poste: buona fila!;
- Quelli che, quando parlano, citano serie televisive a bizzeffe: “Cazzo, ma quello è identico a Dexter! Per non parlare di quella che si è imbarcata l’altra sera, sembrava quella di Sex & the city, capito? Anzi no, più brutta! Ugly Betty, hai presente?”;
- Quelli delle pompe funebri che si vestono di nero, hanno sempre l’auricolare all’orecchio col filo attorcigliato fin sotto il colletto bianco della camicia – dovesse mai esserci una risurrezione improvvisa -, gli occhiali scuri da Man in Black e che hanno l’atteggiamento da guardia del corpo (morto);
- Quelli che quando parlano, per attirare la tua attenzione, ti toccano il braccio e ti chiedono di continuo: “mi segui?”, “Cioè capisci?”;
- Quelli che leggono il Domenicale del Sole 24 Ore e si sentono intellettuali se vengono ritwittati da Massarenti (che conosce uno per uno tutti i suoi 10 followers);
- Quelli che in ufficio, dopo pranzo, si lavano i denti nel bagno con l’asciugamano intorno al collo;
- Quelli che, ancora oggi, chiamano “Wind of Change” la “canzone col fischio”;
- Quelli che su Facebook scrivono post parlando di qualcuno senza mai nominarlo, “che tanto lo sai che mi sto riferendo a te anche se fai finta di niente, bastardo”;
- Quelli che mentre parlano inseriscono degli inglesismi a cazzo perché così è più cool, e poi si commuovono guardando “Un posto al sole”;
- Quelli che ti salutano con il “Ciao caro” o “ciao cara” perché non si ricordano come ti chiami;
- Quelli che si autodefiniscono creativi e poi sono solo ritardatari, confusionari e fancazzisti;
- Tutte le donne che, quando parlano di loro, dicono: “noi donne”;
- Quelli che hanno commentato “La grande bellezza” adducendo profonde motivazioni storico-cinematografiche per dire che è un film geniale;
- Quelli che hanno commentato “La grande bellezza” adducendo profonde motivazioni storico-cinematografiche per dire che è un film di merda;
- Quelli che leggendo Erri De Luca che descrive Irene, la protagonista del suo ultimo libro, la cui pelle «è fitta di peluzzi gialli, uno strato di fiori di ginestra. L’odore è di salmastro, di barca da pesca» non hanno pensato ad Irene come ad un peloso primate giallo e puzzolente e, quindi, ad Erri De Luca come ad uno con delle profonde turbe psicosessuali;
- Tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui, intristiti dal fatto che poi, alla fine, tutta questa gente andrà a votare e il loro voto peserà esattamente come quello di chiunque altro.
@PArgoneto