La notizia è questa: Magdi Allam, convertito al cattolicesimo tanto da farsi battezzare nel 2008 direttamente da Ratzinger, diventando così Magdi Cristiano Allam, ha deciso di allontanarsi definitivamente dalla Chiesa proprio ieri con una lettera pubblica, divenendo così Magdi non-più-Cristiano Allam.
Le motivazioni sono più che serie: la Chiesa non fa la Chiesa, perlomeno non come la farebbe lui. In buona sostanza, quindi, Magdi non-più-Cristiano Allam se ne va per divergenza di opinioni con il Papa, che fa tutt’altro tranne che quello che dovrebbe fare il Papa (sempre secondo lui).
Lasciando quindi ai pervertiti di ogni genere la volontà di approfondire tali fatti, di sicura portata scientifica (è infatti un caso di studio il meccanismo nevrtotico-psicologico che ha portato un immigrato del Cairo dall’essere vice direttore del Corriere della Sera al prendersela proprio con gli immigrati durante la sua campagna elettorale per le europee), vorrei passare all’altra notizia del giorno: l’apertura dei Mondiali di calcio in Brasile.
Perché le due cose sono collegate.
Tanto collegate che addirittura Papa Francesco, appena ripresosi dallo shock provocatogli dall’allontanamento di Magdi non-più-Cristiano Allam dalla Chiesa, ha twittato prontamente: “Auguro a tutti uno splendido Mondiale di Calcio, giocato con spirito di vera fraternità.” Poco importa che il tweet non l’abbiano letto né l’arbitro giapponese, che ha palesemente favorito il Brasile, né le varie decine di migliaia di manifestanti che non vogliono proprio che il mondiale si giochi. Lui il suo pensiero l’ha avuto, nonostante Magdi non-più-Cristiano Allam.
Ora sia chiaro: per quanto mi riguarda, ammetto candidamente di osservare entrambi i fenomeni, mi riferisco alle religioni in generale e al calcio in particolare, come due enormi esperimenti socio-antropologici condotti su scala planetaria. E vi assicuro che, da questa visuale, risultano estremamente affascinanti.
Ancora di più lo sono quando i due mondi trovano dei punti di contatto, quali ad esempio le squadre che vanno dal Papa per la benedizione, oppure il segno di croce che si fanno i calciatori prima di entrare in campo, o quella loro strana mania di alzare gli occhi al cielo, o mandare dei baci allo stesso, quando gli capita qualcosa di favorevole, magari procurata con dolo. Come procurarsi un rigore inesistente per vincere una partita, alla faccia della “vera fraternità”.
Entrambi i gesti, il segno di croce e gli occhi al cielo, ricordano vecchie e vuote mitologie, la confusione tra lo strumento di tortura romano e l’invenzione della Trinità ad opera del Concilio di Nicea ad esempio, o il fatto che sopra la nostra testa esistano davvero vari cieli abitati, in particolare l’ultimo nel quale risiede fisicamente proprio Dio che ci strizza l’occhio.
Come se Copernico non fosse mai esistito, come se l’uomo sulla luna non ci fosse mai andato, a dimostrarci che l’universo non è fatto così, che è una concezione medievale, che non esistono cieli di quel tipo.
Ma contrari alla conoscenza del mondo e alle leggi che lo governano, non ci sono solo i calciatori, i politici baciapile o i credenti di ogni risma. Ci sono anche elementi di spicco del mondo dello spettacolo.
Jennifer Lopez, ad esempio, che munita di completino verde, ha sfidato e vinto le leggi della gravità muovendosi su due trampoli da circo mascherati da scarpe. A ben pensarci però lei è, nel nostro Paese e anche in Brasile, una immigrata. Una di quelle che Magdi non-più-cristiano Allam non vuole.
Certo, si potrebbe sorvolare sul fatto che sia una extracomunitaria, ma cosa dire a quel punto della sua sfacciata promiscuità affettiva? Si potrebbero mai tollerare delle corna tanto palesi? A ben pensarci però “le corna” come simbolo di tradimento hanno origine dalla scappatella della moglie di Minosse nientemeno che con il Toro di Creta. Fino a quando, nel medioevo, sono state redente dai cristiani quale segno di benedizione.
Perché nel calcio, come nella religione, tout se tient.
@PArgoneto