Fuori piove, ci si annoia; in macchina, per fortuna, no. Alla radio, infatti, c’è un interessante programma sui piccoli risparmi quotidiani, quelle piccole taccagnerie che ognuno di noi fa a fin di bene, per salvaguardare il pianeta e, soprattutto, per lasciar tranquillo il modesto capitale nascosto sotto il materasso.
Alcuni esempi? È presto detto: spremere il dentifricio fino all’osso, tenere a testa in giù la bottiglia dell’olio quando sta quasi per finire per recuperare anche l’ultima goccia, rubare fogli di carta igienica a casa di amici (ma non il rotolo completo, troppo rischioso, e qui sta la furbizia (?)), e via dicendo. Poi, come se niente fosse, uno degli speaker piazza la perla: un bel racconto di vita vissuta con protagonista un amico imprecisato. Forse un cugino?
Mi ha detto mio cuggino che una volta in discoteca ha conosciuto una tipa che però poi non si ricorda più niente e alla fine si è svegliato in un fosso tutto bagnato che gli mancava un rene.
Comunque, il succo del vicenda è questo: Fausto (nome di fantasia del nostro amico-cugino) è innamorato perso di Anna (nome di fantasia della nostra sfortunata eroina), senza però aver mai avuto l’ardire di dichiararsi. Finalmente, un bel giorno, fa un grosso respiro, prende il coraggio a quattro mani e la invita fuori a cena. Lei accetta. Gioia e tripudio! Fausto non crede alle sue orecchie e, per farsi splendido agli occhi dell’amata, sceglie un ristorante come si deve.
Poi, all’improvviso, il dramma. L’incauto Fausto, noto taccagno, sfoglia il menù, strabuzza gli occhi, fino a un attimo prima a forma di cuoricino, muore un po’ e, forse per lo choc, butta lì la disgraziata frase: «Se prendiamo il vino, però, non prendiamo il dessert».
Se prendiamo il vino, però, non prendiamo il dessert.
Al primo appuntamento.
Con la donna di cui è molto, ma molto invaghito.
Sob.
Sembrerebbe un racconto di fantasia, a tutti piacerebbe che lo fosse, e invece no, è la cruda realtà. Perché il proverbiale taccagno l’abbiamo incontrato tutti, uomini e donne, e tutti sappiamo che l’infelice proposta di Fausto è solo la punta di un iceberg di ragguardevoli dimensioni.
Che fare, quindi, se un lui o una lei – perché non c’è limite alla provvidenza – dovessero mai farci, al primo appuntamento, siffatta proposta: vino o dessert?
A) Scegliere davvero (no, no e ancora no!)
B) Fare uno sguardo scuro e poi uscire di scena senza proferire verbo
C) Pagare il vino o i dessert
Cbis) Pagare tutto, perché noi sì che siamo dei signori
D) Sorridere rassicuranti e replicare: «Tranquillo, tesoro, ho con me i ticket restaurant»
E) Fermare il maître e, con la voce strozzata e una lacrima sul viso, sussurrargli: «Chiudi la busta, Maria»
Ah, Anna la busta l’ha chiusa. A me una volta è stato detto: «Non prendiamo il vino, tanto lo possiamo poi bere a casa». Ma certo, ognuno nella sua, però.