Gorky ParkPoroshenko e l’Ucraina spezzata

Le elezioni parlamentari del 26 ottobre rimescoleranno nuovamente le carte sul tavolo della politica ucraina, gia’ ribaltato dopo la rivoluzione di febbraio. Se a maggio sono state le presidenziali...

Le elezioni parlamentari del 26 ottobre rimescoleranno nuovamente le carte sul tavolo della politica ucraina, gia’ ribaltato dopo la rivoluzione di febbraio. Se a maggio sono state le presidenziali a sancire il primo cambiamento democratico con l’arrivo alla Bankova di Petro Poroshenko, ora tocca alla Rada venire rinnovata. A Kiev c’e’ molta attesa per la formazione di un governo che avra’ quella legittimazione popolare che il gabinetto di Arseni Yatseniuk, costituitosi dopo il bagno di sangue di Maidan, sinora non ha avuto. I sondaggi della vigilia anticipano una vittoria a mani basse del Blocco Poroshenko, l’alleanza del capo di stato formata dal suo partito Solidarieta’ e da Udar di Vital Klitschko, che pero’ non sara’ sufficiente per ottenere la maggioranza assoluta.

E’ prevedibile quindi che nuovo governo e premier usciranno dal gioco delle alleanze una volta fatti i conti dopo la tornata elettorale. Domenica non si vota in tutta l’Ucraina, visto che la Crimea e’ esclusa per forza di cose dai giochi e nel Donbass, nei territori occupati dai separatisti, non si andra’ alle urne. Sono circa quindi una ventina le circoscrizioni in cui non saranno assegnati i seggi e nel nuovo parlamento entreranno meno dei 450 deputati previsti. Rispetto alle elezioni del 2012, in cui la maggioranza relativa era finita al Partito delle regioni (PR) di Victor Yanukovich, si assistera’ a un ricambio sostanziale, con il Blocco Poroshenko (BP) destinato a ricoprire di fatto il ruolo egemone dell’ex formazione presidenziale spazzata via dalle proteste iniziate undici mesi fa.

Se il PR aveva conquistato due anni fa tutto il sudest, lasciando schematicamente il centro a Patria (Yulia Tymoshenko e Yatseniuk) e Udar (Vitaly Klitschko) e l’ovest ai nazionalisti di Svoboda (Oleg Tiahnybok), il BP si avvia ad essere la prima formazione su tutto il territorio nazionale, seguendo l’esempio del suo leader che alle presidenziali di maggio ha trionfato, ottenendo la maggioranza, relativa o assoluta, in ogni regione. Stando agli ultimi sondaggi condotti all’inizio di ottobre dall’istituto Rating il Blocco Poroshenko otterrebbe il 33% dei consensi, seguito dal Partito radicale di Oleg Lyashko al 12,8%, dal Fronte popolare di Yatseniuk all’8,9%, Ucraina forte di Sergei Tigipko al 7,8%, Patria di Yulia Tymoshenko al 6,9%, Samopomich di Andrei Sadovy al 5,4% e al Blocco d’opposizione di Sergei Liovochkin al 5,1%. Sotto la soglia del 5% rimarrebbero tra gli altri i nazionalisti di Svoboda al 4% e i comunisti sul 2%.

Prendendo come modello la distribuzione del voto alle presidenziali, il Blocco Poroshenko otterrebbe dunque un successo geograficamente trasversale, mentre all’ovest continuerebbe lo sfondamento dell’estremista anti-Cremlino Lyashko e all’est risalirebbero i moderati filorussi (Tigipko e Liovochkin). L’immagine e’ quella di un’Ucraina che Poroshenko vuole tenere insieme, ma ancora divisa agli estremi. Dal punto di vista numerico, l’annessione della Crimea da parte della Russia e il congelamento elettorale nel Donbass penalizzeranno giocoforza gli eredi di Yanukovich, mentre daranno piu’ spazio in parlamento alle altre frazioni.

Da aspettare poi quali saranno gli effetti dell’astensione (alle presidenziali un ucraino su tre e’ rimasto a casa) e come saranno divise realmente le forze della meta’ dei deputati che entreranno alla rada con il maggioritario. Per vedere dunque come si colorera’ la Rada, in vista delle formazione del nuovo governo e la nomina del premier che dovra’ coabitare con il presidente, bisognera’ attendere, dopo il voto, la formazione dei gruppi parlamentari e le rispettive scelte sui rapporti con il blocco del vincitore annunciato Petro Poroshenko.

(ASKANEWS)