Ad oggi in Italia non esiste una legge sul testamento biologico, ma è sempre maggiore il numero di comuni che istituiscono dei registri per le dichiarazioni anticipate di trattamento, le cosiddette dat. Uno dei casi più recenti è quello del Comune di Trieste, dove da maggio scorso è stato istituito un servizio gratuito che permette ai cittadini di registrare le proprie volontà.
Il registro delle dat permette ai residenti nel comune giuliano di indicare quali trattamenti sanitari intendono o non intendono accettare nel caso si ritrovassero incapaci di intendere o di volere. Lo scopo della dat è infatti quello di consentire ai cittadini di decidere se venir sottoposti a terapie come la somministrazione di farmaci, il nutrimento artificiale o la respirazione meccanica.
La prima raccolta di testamenti biologici a Trieste risale già al 2010, quando un registro venne istituito dall’unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, ma in questi anni anche i Radicali sono stati in prima linea nelle battaglie per il fine vita. Marco Gentili è stato infatti il primo firmatario della petizione popolare sul Testamento biologico, che è stata presentata al Consiglio comunale di Trieste già nel 2009. E mentre i Radicali in questi giorni continuano a promuovere la campagna per l’eutanasia legale, il consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia Stefano Pustetto ha presentato una proposta di legge che prevede l’inserimento di una scelta sul fine vita nel chip della tessera sanitaria regionale.
“A Trieste il testamento biologico è già realtà” è un video reportage che ho realizzato per Fai Notizia, il format di inchieste distribuite di Radio Radicale.