Perline, fili colorati, forbici. La fotografa Carolle Bénitah li usa come arnesi di ricamo per decorare le foto nella serie Photo Souvenir, realizzata tra il 2009 e il 2014. Forse perche’ prima di iniziare a fare questo mestiere era una fashion designer. In realta’ lei altera in questo modo le sue foto di famiglia, per esplorare la memoria della sua infanzia, adolescenza e maturita’. Dando allo spettatore informazioni che altrimenti non avrebbe saputo.
Scopro il lavoro di Bénitah, nata a Casablanca, ma che oggi vive e lavora a Marsiglia, nella Galerie 127 , un appartamento al secondo piano di una palazzina del quartiere moderno di Guéliz, a Marrakech, dove mi trovo in queste settimane. Questa citta’ che dal 2004 e’ diventata sede di una Biennale di Arte Contemporanea, e poi per pochi anni di una Fiera dell’Arte, ospita oggi alcune buone gallerie d’arte. Ma soprattutto, a Palazzo Badii si trova l’MMPVA, il museo di Marrakech per la Fotografia e le Arti Visive nato nel 2012 come istituzione non-profit per la formazione ed esposizione del meglio della lens based art dal Marocco, dal Nord Africa, e anche internazionale (http://mmpva.org/).
La 127 appartiene a Nathalie Locatelli. La sua galleria dedicata alla fotografia contemporanea marocchina e internazionale, e’ stata la prima ad aprire in Nord Africa. Era il 2006.
Nella serie Photo Souvenir, composta da tre album distinti, le relazioni emotive create dai ricami che Bénitah inserisce sulle foto vintage di famiglia (mai sull’originale, ma su copie) ripropongono la tensione presente nelle relazioni sociali e di genere nell’infanzia e nell’adolescenza della fotografa, cresciuta in una famiglia tradizionale patriarcale. E, infine, riflettono le sue aspirazioni culturali come donna.
In questo ritratto d’infanzia, Bénitah ha in testa un casco di capelli ricamati con perline nere. Le stesse che, sotto l’immagine, riproducono la scritta Qu’est ce que j’ai fait? (in italiano, Che cosa ho fatto?)
Prima di andarmene, svicolo nella stanza accanto, dove c’e’ la mostra dal titolo Une femme française en Orient della fotografa franco-spagnola Flore. Ci sono, fra gli altri, gli scatti realizzati in un suo viaggio compiuto dal 2008 al 2012 intorno al Mediterraneo. La tecnica di sviluppo utilizzata dalla stessa fotografa, capace di sperimentarne sempre di nuove, ha creato immagini dai contorni incerti, come in un ricordo che svanisce. Mi piacerebbe acquistarne una.