L’uomo arrivato da Marte
ci chiese di contare
a chi per quattro a chi per tre,
spezzare il respiro,
superare gli accenti.
Del tempo,
e metterci nel mezzo.
Del niente.
Aspettando nello spazio
tra un respiro e un altro,
senza farci la guerra,
solo starci a guardare,
attratti dal centro,
che è dentro al ventre,
tirare le mani,
fino alla galassia,
in attesa che la ragazza
che non si lava mai,
dagli alberi rinasca.
7 Aprile 2015