Crescita dello 0,3%: il senso del Pd per la propaganda

Austria, Cipro, Grecia, Croazia, Francia, Germania, Belgio, Repubblica Ceca, Portogallo, Lituania, Danimarca, Estonia, Slovenia, Bulgaria, Lettonia, Regno Unito, Olanda, Spagna, Svezia, Slovacchia,...

Austria, Cipro, Grecia, Croazia, Francia, Germania, Belgio, Repubblica Ceca, Portogallo, Lituania, Danimarca, Estonia, Slovenia, Bulgaria, Lettonia, Regno Unito, Olanda, Spagna, Svezia, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Malta, Irlanda, Romania, Lussemburgo. Spero di non averne dimenticato nessuno: sono i paesi europei che in cui il Pil del primo trimestre 2015, anno su anno, è cresciuto più che in Italia. Se preferite, meno di noi è cresciuta solo la Finlandia.

Le cose cambiano, ma relativamente, se si considera il confronto con il trimestre precedente, l’ultimo del 2014. Meglio di noi hanno fatto Austria, Grecia, Repubblica Ceca, Danimarca, Bulgaria, Spagna, Svezia, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Malta, Romania. Tolti quelli che sono cresciuti esattamente come noi – ad esempio, la Germania – peggio hanno fatto solo Grecia, Estonia, Finlandia e Irlanda. 

Peraltro, a fronte della crescita dello 0,3% del Pil – +0,1% rispetto alle stime – l’occupazione nel primo trimestre del 2015 è calata ancora dello 0,3%, pari a circa 59mila unità in meno. 

Il tutto, in un quadro congiunturale con l’euro ai minimi sul dollaro, il prezzo del petrolio in calo, l’effetto quantitative easing di Draghi (iniziato comunque a marzo inoltrato). Mettiamoci pure gli investimenti per Expo 2015, via.

Questi i dati. 

Questo invece è il sobrio manifesto del Partito Democratico che li celebra. 

Ogni ulteriore commento è superfluo.

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