From Paris with blogSu terrorismo e frustrazione sessuale

Quando si cerca una possibile giustificazione razionale al processo di radicalizzazione di un giovane musulmano - più o meno praticante, più o meno consapevole dei princìpi della religione in nome ...

Quando si cerca una possibile giustificazione razionale al processo di radicalizzazione di un giovane musulmano – più o meno praticante, più o meno consapevole dei princìpi della religione in nome della quale combatte, – in molti pensano al fattore economico. Se non hai alcuna possibilità di realizzazione personale nella vita, perché non vendere l’anima (e il corpo) all’esercito terrorista? Perché non cedere all’illusione della gloria, non solo nell’aldilà, ma anche nell’aldiqua, se possibile? Perché non accettare i soldi, le case e le donne che l’ISIS utilizza per sedurre nuovi potenziali seguaci? Sempre meglio che essere guardati dall’alto verso il basso e trattati come dei poveracci dalla gioventù dorata che popola i bar del centro di Parigi, così felice e così libera, ma soprattutto con le tasche piene, a volte anche grazie a mamma e papà.

L’ipotesi delle disuguaglianze sociali resta senza dubbio tra le più valide, soprattutto se pensiamo a quella testimonianza di Sébastien, un sopravvissuto alla strage del Bataclan, che si è trovato costretto a bruciare un mazzo di banconote con il terrorista che gli dice in faccia: “Ti piacciono i soldi, eh?”. Ma c’è anche chi spinge più in là la riflessione e, oltre al fattore economico, mette in gioco quello ormonale. Se già Massimo Gramellini, nel suo recente editoriale su La Stampa, ha descritto Abaaoud – testa pensante degli attentati parigini – come uno “sfigato”, la ricercatrice Marcela Iacub fa di più ed elabora in maniera più articolata la questione sulla pagine del quotidiano Libération. L’autrice di “Belle et bête” – romanzo controverso ispirato ai fatti che hanno coinvolto l’ex presidente del FMI Dominique Strauss-Kahn – parte da lontano e tira in causa lo psichiatra degli anni ’30 Wilhelm Reich:

Secondo lui, il nazionalsocialismo avrebbe trasformato in sadici i vecchi credenti masochisti riproducendo, attraverso questa inversione, lo stesso schema di repressione della sessualità. Come se, alla fine, l’omicidio diventasse, nell’economia sessuale repressiva del fascismo, l’equivalente funzionale dell’orgasmo.

La dinamica sarebbe esattamente la stessa al giorno d’oggi:

Gli estremisti musulmani non smettono di denunciare gli eccessi delle società occidentali che cercano di distruggere con l’aiuto di veli e burqa. E non è che in paradiso, dopo essersi fatti esplodere per Allah, che sperano che arrivi finalmente il loro turno. Sembrerebbe infatti che 72 vergini li aspettino per ricompensarli dei loro sforzi sulla terra.

Secondo Marcela Iacub, la nostra società, figlia della rivoluzione sessuale, è diventata una fabbrica di frustrati: gli studi sociologici dimostrerebbero, infatti, che più i maschi sono poveri e senza diplomi, meno hanno la possibilità di trovare delle partner sessuali – cosa che ci riporta alle disuguaglianze economiche e, perché no, all’elitismo che caratterizza il sistema di istruzione francese. Ergo: mettere in atto delle strategie volte a rendere più intensa e disinibita la vita sessuale di quei giovani che rischiano di essere attratti dal fondamentalismo, sostiene Marcela Iacub, potrebbe essere una delle soluzioni per la lotta al terrorismo.

Talvolta, dietro a tanto inspiegabile odio, non ci sono né follia, né complessi sistemi filosofici o religiosi, ma semplicemente un bel po’ di (in)sana, vecchia invidia.