Scatti d’ira, scatti di dolore, scatti di rabbia quelli che si provano vedendo la mostra “Scatti- La ricerca della Felicità”dal 3 al 12 febbraio al Pac di Milano, che raccoglie le 91 fotografie dei 29 ragazzi tra i 14 e i 27 anni che non hanno certo scelto di essere ricoverati all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Eppure sono immagini da cui non traspare solo sofferenza, anzi: paiono anzitutto una testimonianza di vita: “quella che si respira nell’Istituto Nazionale dei Tumori è una realtà sconosciuta ai più –mi dice Martina 19 anni, ex ricoverata e una delle fotografe in mostra-. E noi con “Scatti” vogliamo invitare le persone a scoprire davvero cosa si vive in questa situazione, da ricoverati e non”.
Infatti sono immagini che raccontano un cambiamento di vita difficile da affrontare, ma che viene sfidato con coraggio e determinazione: ritratti di ragazze con indosso il turbante a nascondere l’assenza dei capelli. Ma sono eleganti, truccate, avvenenti. Giovani in carrozzina, che sembrano essere appena scoppiati in una risata fragorosa. Tante immagini di viaggi, che hanno nulla che fare con la malattia, rappresentano la ricerca di una fuga verso una nuova vita.
Chiara Oggioni Tiepolo è la curatrice della mostra e dell’intero progetto di fotografia sociale che prende appunto il nome di “Riscatti”, stesso titolo anche della onlus milanese che lo organizza, e giunge quest’anno alla sua terza edizione: dopo “Fotografi senza dimora” che nel 2015 ha trasformato gli homeless in fotografi, e “Milano Melting Pot” dedicata nel 2016 al tema dell’immigrazione, quest’anno si espongono i lavori che 29 ragazze e ragazzi in cura all’Istituto Nazionale dei Tumori hanno realizzato nel 2015 con gli insegnamenti e la guida di tre fotografe professioniste: Alice Patriccioli, Veronica Garavaglia e Donata Zanotti. “Il tema della felicità è stato scelto dai ragazzi- dice la Oggioni-. Certo, abbiamo corso il rischio di risultare ipocriti e moralisti, ma neanche volevamo essere pop e leggeri”.
Ecco che paesaggi e luoghi lontani che rappresentano un desiderio di fuga probabilmente e di nuova vita vengono esposti sullo sfondo di disegni della stessa Oggioni che raffigurano sale d’aspetto o ambienti ospedalieri: “la vita ti cambia completamente-dice ancora Martina-: si va e si torna dall’ospedale. Equando sei a Milano sei con altri ragazzi come te, quando torni nel paese d’origine ti senti solo. Infatti io ancora vado in Istituto a trovare gli altri”. La parrucca è un tema spesso affrontato nelle fotografie: “è un problema grave per i malati –dice sempre Martina-. Io l’ho portata il più tardi possibile e non volevo tagliare i capelli. I ragazzi invece di solito li rasano subito a zero”. Un commento su “Braccialetti Rossi”, il telefilm andato in onda su Rai1 che racconta di giovani ricoverati per un tumore? “non è realistico né veritiero –dice Martina con franchezza-. Racconta un mondo molto addolcito”.
PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea, via Palestro 14, Milano
www.riscatti.it, www.pacmilano.it
Orari: tutti i giorni ore 9.30-19.30, ingresso libero