La speculazione edilizia“Mattoni 4.0”: la filiera edilizia che non teme il futuro

Una giornata al convegno annuale dei Giovani Ance: a colloquio con la Presidente Roberta Vitale (Gruppo Vitale) e la Vice Presidente Regina De Albertis (Borio Mangiarotti), per confrontarsi su temi...

Una giornata al convegno annuale dei Giovani Ance: a colloquio con la Presidente Roberta Vitale (Gruppo Vitale) e la Vice Presidente Regina De Albertis (Borio Mangiarotti), per confrontarsi su temi “scottanti” quali la digitalizzazione e la collaborazione del mondo delle costruzioni italiane.

“Non è vero che gli opposti si attraggono, sono i simili a fare scintille”

Mi è tornata in mente questa massima, impressa a lettere cubitali con una bomboletta su un muro di periferia, mentre sul treno di ritorno dal Convegno dei Giovani Costruttori di Ance ripensavo a quanta positività mi avesse lasciato quella giornata.

Essendo una strenua sostenitrice del fatto che non sarà con il lamento che l’edilizia se ne uscirà da questa crisi paludosa, ero rimasta molto incuriosita del tema che Ance Giovani si è data quest’anno: “Mattoni 4.0 – Digitalizziamo un antico e nobile mestiere”; il comparto delle costruzioni italiane è fermo forse ancora alla seconda rivoluzione industriale, come si può già avere l’ardire di parlare di quarta?

Quando io parlo di “driver della ripresa” ai miei associati a volte vengo guardata come un alieno… possibile che invece ci siano altri luoghi dove questa posizione è non solo bandita, ma anche incentivata?

Motivata e provocatrice, sono stata accolta con il sorriso da due imprenditrici che ben sanno cosa significhi fare vita associativa e parlare di questi temi… e ne è uscito un dialogo realistico e propulsivo.

La filiera dell’edilizia è la più lunga dei sistemi produttivi italiani, quindi abbiamo bisogno di una politica industriale specifica, che ci consenta di innovare dalla progettazione alla costruzione, gestione e manutenzione degli edifici


Roberta Vitale

Roberta Vitale, Presidente di Ance Giovani e Vice Presidente Ance, madre moglie e architetto, da oltre dieci anni nel Gruppo Vitale, che si occupa di recupero e restauro di immobili di carattere monumentale. Nel discorso di apertura pone l’accento sul presente: “Non siamo nativi digitali, siamo la generazione a cavallo: ho iniziato il mio lavoro usando la matita, vorrei finire BIM manager”. Mi sorride ferma, elegante e decisa mentre le chiedo se il titolo “Mattone 4.0” non sia anche una provocazione alle nostre istituzioni.

Presidente Vitale, nel “Piano Nazionale Industria 4.0” voluto dal Ministro Calenda l’edilizia non svolge un ruolo un po’ marginale? Questa giornata lancia un messaggio anche in questo senso?

RV. Le nostre tecnologie tradizionali possono essere integrate da quelle innovative; “Edilizia 4.0” è una realtà già in tanti paesi del mondo, noi la vogliamo far diventare una realtà anche in Italia.

Per far questo però non bastano i soli incentivi fiscali di Industria 4.0, perché noi siamo un sistema estremamente complesso: la filiera dell’edilizia è la più lunga dei sistemi produttivi italiani, quindi abbiamo bisogno di una politica industriale specifica, che ci consenta di innovare dalla progettazione alla costruzione, gestione e manutenzione degli edifici.

Oggi ho sentito più parlare di “filiera” che di “costruttori. Che segnale è questo?

RV. Un segnale di maturità del nostro settore: abbiamo abbattuto dei piccoli tabù, e anche qualche muro che ci separava… e abbiamo capito che solo andando avanti tutti insieme, tutta la filiera unita, possiamo essere incisivi come azioni sia sul governo che sulla società civile (non a caso nel pomeriggio abbiamo invitato l’Ing. Zambrano per avere il punto di vista di tutta la Rete delle Professioni Tecniche). Noi dobbiamo riconquistarci una credibilità soprattutto nei confronti della società civile.

Stando qui con voi oggi, mi sembra chiaro che possiamo parlare di “Ance Giovani”, ma certo non di Ance “Junior”…

RV. Siamo “Giovani” in quanto ci permettiamo la libertà di guardare un po’ più oltre… i nostri “Senior” devono pensare alle esigenze immediate e alle problematiche delle loro aziende, quindi noi siamo qui per lanciare visioni un po’ più ampie. Ma questa è l’unica cosa che ci differenzia.

Noi italiani siamo fenomenali a gestire le situazioni di emergenza, ma l’obiettivo deve diventare il ridurre al minimo le situazioni in cui ci dobbiamo arrangiare, facendo in modo che tutte le informazioni arrivino alla destinazione finale nel modo più preciso possibile


Regina De Albertis

Regina De Albertis è Vice Presidente del Gruppo giovani Ance con delega per l’Edilizia e il Territorio. Ingegnere e oggi project manager nell’azienda di famiglia, quella Borio Mangiarotti ereditata (non riesco a non nominarlo) da un padre eccezionale, il compianto Presidente Ance Claudio De Albertis. Regina ha lo stesso “fuoco calmo” di suo padre negli occhi, la stessa carica e passione nell’affrontare le tematiche che riguardano innovazione e filiera.

Parliamo subito del tema a noi tanto caro: la filiera. Come la digitalizzazione impatterà su di essa?

RDA. Certo, filiera a 360 gradi! Quindi, la filiera nel mondo delle costruzioni ma anche la filiera vista in modo ancora più ampio, che comprende la logistica, l’ICT… La potenzialità della digitalizzazione e standardizzazione è quella di riuscire a permettere il passaggio delle informazioni a tutti in modo chiaro e univoco. Questo è il punto di partenza per riuscire: il cantiere in quanto luogo in cui viene realizzato l’edificio deve essere lo “snodo” in cui le informazioni arrivano nel modo più preciso possibile, perché se l’obiettivo finale sarà quello di avere una macchina che realizzi gli oggetti, occorre che l’informazione arrivi in modo preciso, o il risultato sarà impossibile da ottenere.

Noi italiani siamo fenomenali a gestire le situazioni di emergenza, ma l’obiettivo deve diventare il ridurre al minimo le situazioni in cui ci dobbiamo arrangiare, facendo in modo che tutte le informazioni arrivino alla destinazione finale nel modo più preciso possibile.

A proposito di emergenze… pare che l’Italia spenda da diversi anni 3,5 miliardi di euro ogni anno per le emergenze, soprattutto quelle legate al sisma… digitalizzazione e prevenzione potrebbero quindi rivelarsi anche produttive di ricchezza?

RDA. La digitalizzazione ci dà la possibilità di avere una “scansione” di tutto il patrimonio edilizio e di attuare una manutenzione programmata nel tempo, che è quello che manca nella mentalità del nostro paese: ripeto, siamo bravissimi ad intervenire dopo le tragedie, ma quando dobbiamo programmare qualcosa non siamo in grado di farlo. Questo è davvero il nostro limite: potremmo limitare le catastrofi se solo attuassimo in fase di programmazioni le tecnologie esistenti per ridurre i danni, e non è un passaggio così complicato! Dobbiamo solo imparare a gestire un ammasso di informazioni. Ormai si sente tanto dire la parola BIM (Building Information modeling, ndr), però sono ancora pochi quelli che lo usano avendo capito le sue potenzialità: se io ho tutti i dati che riguardano un unico modello (per la costruzione e la gestione nel tempo dell’edificio), in modo semplice ed efficace posso raggiungere gli obiettivi.

Digitalizziamo un antico e nobile mestiere”… non è una contraddizione? È possibile in edilizia un’Industria 4.0?

RDA. Il settore delle costruzioni non deve essere tralasciato. Industria 4.0 ha grandi potenzialità anche nel settore delle costruzioni, che rappresenta almeno il 20% del PIL italiano. Investire nell’industria 4.0 anche per il nostro settore non può che avere una ricaduta di vantaggi a 360 gradi per il Paese e per tutta la filiera estesa. Rendiamo giustizia al nostro settore.

Uno degli errori più grandi che abbiano fatto i costruttori è stato quello di aver custodito gelosamente le informazioni solo per se stessi… ma anche all’interno delle proprie aziende! L’imprenditore andava in cantiere, teneva tutto su di sé e faceva fatica a fornire le informazioni ai suoi stessi collaboratori.. dobbiamo superare la logica dell’egoismo. Le informazioni devono essere condivise e tutti possono dare supporto: committente, progettista, appaltatore, la manifattura, ciascuno integrando e migliorando le informazioni per la propria specificità. Così si riducono gli errori e si ottiene un miglioramento globale.

Abbiamo infine fatto una sorta di “gioco incrociato” delle definizioni, chiedendo ad entrambe la loro definizione di Futuro e Sostenibilità.

RV. Per me il futuro è condiviso, entusiasta, solidale. Mentre per sostenibilità intendo riciclo, garanzia di sicurezza e stabilità.

RDA. In un antico e nobile mestiere da digitalizzare deve rimanere forte la tradizione, ma non ci sarà futuro se la tradizione non verrà accompagnata dall’innovazione. Dobbiamo rendere più efficiente e prestazionale quello che abbiamo sempre fatto.

Tutto questo percorso ci condurrà a prodotti sempre più sostenibili.

Elena Stoppioni, Presidente Federazione Cdo Edilizia [email protected]

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