Arriva l’estate ed inizia la corsa agli acquisti: che libro mi porto in vacanza? Cosa posso regalare al mio vicino di sdraio, così da non dover subire tutti gli aggiornamenti non richiesti sulla sua vita? Quali letture fare in questo momento di pausa dal lavoro?
IL SOLE IN FONDO AL CUORE (CINZIA NAZZARENO). Abbiamo già avuto modo di parlarvi di questa incantevole autrice nata a Niscemi e, proprio per questo, quello che vogliamo fare oggi è un salto indietro nel tempo, al suo primo romanzo. Come ne “Lo scarabocchio”, anche “Il sole in fondo al cuore” tratta della fragilità dei rapporti umani, soprattutto all’interno del pilastro saliente della società italiana, la famiglia. Un padre ed una figlia s’incontrano dopo quarant’anni di latitanza emotiva ed il viaggio attraverso il quale i due si tengono per mano è un viaggio dell’anima, dove è possibile conoscersi per davvero e, forse, perdonarsi. L’uso della parola dell’autrice è sempre evocativo e delicato, con sensibilità ed eleganza conduce il lettore all’interno di dinamiche non sempre leggere ma che fanno riflettere.
IL VIAGGIO (ELENA BARTOLOMEI). Amelia è una giovane e brillante ginecologa, senza grande stima di se stessa, ma apparentemente felice della sua vita tranquilla a fianco di un uomo facoltoso che dice di amarla. Fino al giorno in cui lui la picchia, lasciandola sospesa in una dimensione extra-corporea che non conosce e che la spaventa. Un percorso all’interno di se stessi ma per il mondo. L’affascinante storia di Amelia è il viaggio che ognuno di noi, prima o poi, compie in un particolare momento della propria vita, ripercorrendo istanti positivi o negativi che hanno segnato l’esistenza, ricordando persone che hanno determinato una crescita o che, più semplicemente, non siamo riusciuti a dimenticare. Estremamente interessante anche l’approfondimento civile e politico trattato dalla Bartolomei, a dimostrazione di come l’evoluzione dell’anima sia un vero e proprio viaggio da una parte all’altra del mondo.
IL CASO SPEZIALE (SIMONE NASTASI). Un’interessante ed imperdibile occasione di approfondimento. È veramente Antonino Speziale l’assassino di Filippo Raciti? Il libro che racconta il caso Speziale nasce come risposta a questa domanda. La verità giudiziaria è che l’ispettore, morto il 2 di febbraio del 2007, sia stato ucciso a colpi di sottolavello da un ragazzo che all’epoca dei fatti aveva diciassettenne anni, Antonino Speziale in concorso con un’altra persona. Letture come quella di Simone Nastasi sono una possibilità di studio che difficilmente la televisione ed il giornalismo d’inchiesta o giudiziario offrono. Attraverso i fatti, le ricostruzioni, le testimonianze ed i documenti potremo così anche noi farci un’opinione e cercare di capire, anche solo un quid in più, il nostro sistema giuziario e come funziona, quindi, la Legge in Italia. Davvero interessante.
“BUONI” ASSASSINI, GENESI DI UN DELITTO – IL CASO VARANI (EMILIO ORLANDO). Questo è un crudele omicidio, il più efferato forse dell’ultimo ventennio, dai contorni ancora da delineare. Un fatto di estrema attualità, raccontato qui in modo assolutamente inusuale e inedito, senza cedere allo “spettacolo della crudeltà”, ma senza mai tralasciare gli elementi raccapriccianti emersi durante le indagini. La cronaca è costruita su due piani narrativi: il primo utilizza un linguaggio letterario, fitto di riferimenti e citazioni cinematografiche e socio-antropologiche, ispirandosi, in punta di piedi, anche alle ultime teorie psicoanalitiche. L’altro piano, essenzialmente giornalistico, adotta stilemi linguistici diversi, ma tipici della cronaca nera e giudiziaria. Infine, rivelazioni con particolari inediti e sconcertanti vengono forniti al lettore attraverso la pubblicazione di alcuni atti dell’inchiesta. Emilio Orlando è un maestro nel rendere una lettura così difficile, possibile ed accessibile. Senza arroganza o vampirismi mediatici, come spesso accade nella cronaca nera, ci conduce per mano in una storia spaventosa, permettendoci di capirne e scomporne i più angoscianti elementi che, se non sapessimo appartenere alla cruda attualità, avremmo quasi attribuito ad un film di David Lynch. Elegante come pochi.
LA NEVE E’ ALTROVE (GIOVANNA IORIO). Vi sfidiamo con un suggestivo esperimento, una raccolta di poesie tradotta in sette lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, russo, tedesco e polacco) ed illustrata dalle magiche foto di Alexey Kljiatov. La poesia dell’autrice cade come fiocchi di neve e sta a noi se lasciarla sciogliere con lo scorrere del tempo o lasciare che si cristalizzi, dimostrandoci la bellezza e la cura che solo l’Arte ci può offrire. A tratti inquietante, a tratti catartica la scrittura della Iorio è musicale e delicata, anche quando descrive il disagio dell’anima e la sua malattia/guarigione. Un bellissimo percorso letterario che consigliamo a tutti di fare: un po’ come dopo aver letto Rupi Kaur, terminato “La neve è altrove” ci si sente quasi più in pace con il mondo.
REGRESSIONE SUICIDA, DELL’ABBANDONO DISPERATO DI EMIL CIORAN E MANLIO SGALAMBRO (SALVATORE MASSIMO FAZIO). Questo libro, chiude la tetralogia della nuova tesi filosofica del nichilismo cognitivo, di cui Salvatore Massimo Fazio è fondatore. “Penso che la società si diverta a lamentarsi e allora propongo di arrendersi, così almeno la lamentela è giustificata”, dichiara in un’intervista l’autore e non avremmo potuto descrivere meglio la sua opera. “Regressione suicida” è pura attualità, con ironia (sorridiamo sì, per riflettere amaramente poi) l’autore descrive l’animo dell’uomo contemporaneo, raccogliendone le miserie. In cosa consiste la perdita di valori tanto citata della nostra società? Il fallimento umano è l’unica verità? Arrendersi è una soluzione e, soprattutto, tutti hanno diritto di goderne? Se vi aspettate delle risposte, preparatevi ad ulteriori quesiti. Illuminante.
DI NOTTE SOTTO IL PONTE DI PIETRA (LEO PERUTZ). Non poteva mancare, tra i nostri consigli, un classico. Praga, fine del XVI secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, collezionista, mecenate delle arti e delle scienze, uomo eccentrico e misterioso. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama una donna di nome Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte, ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Löw, autore di sortilegi, cabalista e artefice del Golem. Dentro questa Praga magica e perduta Leo Perutz intreccia le sue invenzioni narrative, fantastiche e poetiche, intorno a un perno che è l’inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti. Leo Perutz ci regala una storia magica e suggestiva, una favola agrodolce che ci porta tra le strade di Praga tra storia (basti pensare ai riferimenti e al contesto dell’antisemitismo) e finzione, dove la differenza (di credo, di ceto, di appartenenza) e la frattura (insanabile?) sono la chiave di lettura dell’autore.
AUTOBIOGRAFIA DI TUTTI (GERTRUDE STEIN). Un altro libro che dovrebbe essere considerato un “classico”. A 100 anni dalla nascita di Fernanda Pivano, Nottetempo ripubblica la sua magistrale traduzione di “Autobiografia di tutti” di Gertrude Stein, uscita nel 1976 per “La Tartaruga” ed ormai introvabile, insieme a due testi della stessa Pivano, che ne testimoniano le controverse vicende editoriali in Italia, e a una prefazione di Laura Lepetit. Scritto a 63 anni nel 1937, dopo il successo dell’”Autobiografia” di Alice B. Toklas, questo libro racconta un’epoca irripetibile all’incrocio tra due mondi: l’Europa delle avanguardie moderniste, patria d’adozione in cui l’autrice visse la maggior parte della sua vita, e gli Stati Uniti in cui era nata, con il loro immaginario smisurato e il loro lascito di sogni frantumati. Una smagliante intelligenza si combina a un’ironia spavalda e, soprattutto, a una lingua irriverente, in cui racconto, discorso mentale e flusso del parlato scorrono a un ritmo inarrestabile. Oltre a un’impressionante galleria di celebrità (Hammett, Chaplin, Picasso, Dalí, Eleonore Roosevelt, Sherwood Anderson), sono la vivacità e l’anarchica ricchezza della vita – incontri, idee, luoghi, viaggi, cani – ad animare queste pagine mobili come uno stormo in volo: con le parole della Pivano, Gertrude Stein “ama l’eterno presente della vita come ama l’eterno presente della narrazione”. Per chiunque ami l’arte e volesse conoscere il pensiero di una Donna immensa, capace di vedere la bellezza dove spesso molti non sono stati neanche in grado di subodorarla, avete trovato il vostro libro. Gertrude Stein è stata una donna ribelle che non si è mai presa troppo sul serio – come solo i più grandi sono in grado di fare, d’altro canto – alla quale dobbiamo molto, e non solo in termini di femminismo. Ma di ironia, creatività e umiltà. Imperdibile, poi, nella traduzione di un’altra grande Maestra come Fernanda Pivano.