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La nostra vita è fatta di scelte. Abbiamo iniziato a scegliere quando eravamo piccoli e da quel momento non abbiamo mai smesso. Lo sport, il liceo, l’università, il lavoro, gli amici: che ci piacci...

La nostra vita è fatta di scelte. Abbiamo iniziato a scegliere quando eravamo piccoli e da quel momento non abbiamo mai smesso. Lo sport, il liceo, l’università, il lavoro, gli amici: che ci piaccia o no, quello che siamo diventati oggi è in larga misura il frutto diretto o indiretto di scelte. Giuste, forse sbagliate. Ormai dovremmo essere abituati ad affrontare questo genere di esperienza. Abbiamo imparato, infatti, che la reiterazione nel tempo di una certa azione tende a sbiadire e ad attenuare sensibilmente il timore che accompagnava la prima volta.

Vi ricordate il giorno in cui avete iniziato a guidare? Ecco, quel sentimento che ogni novità si porta dietro è, purtroppo o per fortuna, destinato a scomparire, lasciando il posto all’abitudine. Ma questa regola, a quanto pare, non vale per le scelte: a scegliere non ci si abitua mai. La rilevante incidenza con cui questo tipo di azione ricorre nella nostra vita non è mai sufficiente a tramutarla in abitudine. Ed è così che scegliere continua, in qualche misura, a farci un po’ paura, come se fosse sempre la prima volta.

E’ proprio questa la singolarità della scelta, la caratteristica che la rende unica fra tutte le esperienze che viviamo. L’aver scelto altre mille volte nella vita non ci farà mai sentire adeguatamente equipaggiati ad affrontare questo momento. La sua unicità, dinnanzi a cui ci sentiamo vulnerabili, è insita nella dimensione di ignoto che la pervade. La verità è che scegliere ci fa paura. Se ci paralizza è perché impone un cambiamento e si traduce nella destabilizzazione dell’equilibrio faticosamente conquistato in cui ci eravamo adagiati traendo conforto dalla stabilità dei suoi confini. Nello schiudere scenari nuovi, scenari di possibilità dai contorni indefiniti, il momento della scelta può rappresentare una minaccia alla apparente sicurezza che ci eravamo costruiti.

Eppure è proprio la scelta che, nel presentarsi al nostro cospetto sotto forma di nuova sfida, ci permette di evolvere come persone, scardinando la nostra routine per lasciare spazio a nuove declinazioni di noi stessi. Scegliere è opportunità. Avere la possibilità di scegliere cosa diventare è una grande ricchezza, è ciò che ci rende vivi e ci contraddistingue come specie. “L’uomo è condannato ad essere libero”, diceva Sartre.

La scelta è cambiamento, per questo ci fa paura. E nel decidere dove andare, la responsabilità è tutta nostra. Lasciare il vecchio per il nuovo, il sicuro per l’incerto, svoltare a destra o a sinistra. Quando siamo a un bivio possiamo valutare i pro e i contro, chiedere consigli, appellarci a principi generali. Conoscere è meglio di ignorare, avanzare è meglio che stare fermi. Ma nella scelta non esistono certezze. E allora faremo scelte giuste, sbagliate, faremo piccole scelte che orienteranno inaspettatamente il nostro percorso e poi faremo scelte grandi, che invece non cambieranno le nostre abitudini. Non resta quindi che scegliere e sperare che il sentiero appena imboccato sia migliore di quello a cui abbiamo voltato le spalle.

Questo è il primo articolo di un blog che si propone di affrontare casi specifici di scelte etiche.

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