Nel 2020 vedremo al cinema Tre piani, film di Nanni Moretti tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo uno dei miei autori israeliani preferiti che è possibile seguire anche tra le “Vanity stars” di Vanity Fair con la sua rubrica: “Geografia delle emozioni”, aggiungo infine che ieri è uscito il suo ultimo libro, sempre per l’editore Neri Pozza “L’ultima intervista”.
Ciò premesso, avendo già recensito Tre piani, oggi dico la mia su La simmetria dei desideri.
Il libro
Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Non hanno ancora trent’anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l’esercito, le avventure, i sogni e le difficoltà, le speranze e gli amori. Sono uniti da un legame intenso, dal bisogno profondo di parlare e di confrontarsi su tutto, senza vergogna, affrontando le lacrime e la gioia, la vita in ogni suo aspetto. Yuval, il narratore, ha un animo buono e una spartana educazione anglosassone; Churchill è un egoista irresponsabile ma trascinante, ed è il fondatore della loro gang dai tempi del liceo. Ofir vive di parole e brucia ogni giorno la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figli.
Durante la partita Amichai ha un’idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati?
La mia lettura
Ambientato tra Haifa e Tel Aviv, La simmetria dei desideri è una bellissima storia di amicizia al maschile, una storia che ha il solo obiettivo di indagare i sentimenti, le aspettative, i cambiamenti che intervengono in queste quattro giovani vite.
L’espediente dell’autore per raccontare di Yuval, Churchill, Ofir e Amichai è la promessa che i quattro si fanno durante il loro rito preferito, guardare insieme i mondiali di calcio, la promessa è di scrivere su un biglietto i propri desideri e al mondiale successivo (quindi 4 anni dopo) vedere se si sono avverati.
“Evidentemente non è un caso se la maggior parte delle amicizie nasce al liceo o durante un viaggio. Ci vuole una generosa porzione di tempo libero per avvicinarsi”.
Quanto è vera questa affermazione …
Due sono le voci narranti: quella di Yuval che racconta la storia che viene letta da Yoav che gli amici chiamano Churchill, diversi in tutto ma per questo si completano a vicenda, il primo è “un fiumiciattolo tranquillo (ma c’è chi direbbe un rigagnolo)”, il secondo invece “affrontava (la vita) a petto scoperto, con ampi gesti delle braccia e con le stringhe slacciate.
In quanto invece agli altri due io adoro Amichai “Ha un corpo solido, la cui postura rivela che è in grado di sorreggerti, e ha gli occhi colore della terra” e infine Ofir, il pubblicitario che si ravvede e decide di intraprendere uno stile di vita meno “globalizzato”, è consapevole che nella vita “Ci poniamo delle mete, e ne diventiamo schiavi”.
Quattro vite normali e per questo emotivamente coinvolgenti, nessun accenno o quasi alla realtà politica e sociale di Israele, niente regionalismi insomma.
Quel che ho apprezzato di questo romanzo è la capacità di Nevo di costruire personaggi le cui caratteristiche psicologiche vengono cesellate in ogni minima sfumatura. Nevo è lo scrittore che racconta i conflitti intimi dei suoi personaggi, ha una percezione sociale altissima, il personaggio di Ofir e la relazione che vive con suo padre ad esempio, è descritta magnificamente così come i conflitti tra i quattro amici che andando avanti nella vita crescono con aspettative differenti.
Ciò che mi è davvero piaciuto è il messaggio di speranza, l’idea che l’amicizia possa portare al superamento delle differenze e riequilibrare tutto nel nome dell’amore, dell’affetto, c’è un aspetto consolatorio nel modo in cui Yuval, Churchill, Ofir e Amichai risolvono le incomprensioni, la tensione narrativa porta ovviamente il lettore a parteggiare per uno o l’altro ma i ritmi del racconto sono così ben impostati che si vive la quotidianità e il tempo dei personaggi con grande empatia.
“La storia dietro quella fotografia è la storia della nostra amicizia. Di noi quattro. Non so con certezza come sia iniziata. E non so con certezza cosa l’abbia tenuta insieme fino a oggi. E non so con certezza se proseguirà, ora che le nostre vite stanno cambiando. In effetti, l’amicizia è una faccenda strana, secondo me. Sono ormai cinque anni che traduco dall’inglese articoli accademici di argomento umanistico o sociale, e non ho ancora trovato un articolo che analizzi la questione in profondità. Certo, oggi tutto dev’essere statistico ed empirico, mentre è difficile quantificare e calcolare distanza e vicinanza, fedeltà e tradimento, amore e nostalgia. E forse non è neppure necessario”
Viene spontaneo pensare alle proprie amicizie, quasi suggestiona Nevo, questi quattro ragazzi mi si impongono come metro di paragone.
Ho trovato molto belle anche le figure femminili:
Llona la piagnona, ombrosa ma dolcissima, Maria, solare, esoterica, la seduttrice Yaara contesa da Yuval e Churchill.
Rimane l’interrogativo: l’affetto, la sintonia amicale, può portare a realizzare una simmetria dei desideri?
Per chi non si fosse ancora avvicinato a Eshkol Nevo consiglio sinceramente di farlo perché ogni suo romanzo è un bel viaggio introspettivo affrontato con ironia e raccontato con una prosa inedita.
La simmetria dei desideri – Eshkol Nevo – Neri Pozza (pg 384 € 9,00)