OUTSIDERS 2
Outsiders 2 è il seguito di un libro di successo. Un libro in cui si torna a parlare di altre storie da una storia dell’arte parallela a quella mainstream. Nuove storie di artisti che hanno avuto vite avventurose, nel bene e più spesso, nel male; a volte straordinarie figure di innovatori che non hanno avuto il successo che meritavano, a volte involontari o volontari protagonisti di momenti difficili della storia recente, a volte semplicemente ostacolati da problemi psichici, dalle proprie idee politiche, dalla povertà. Ma tutte storie sensazionali. Rispetto alla prima uscita, il libro avrà un mash-up/audio con la possibilità di ascoltare in voce alcune delle storie.
Io ne sono rimasta conquistata quindi ho fatto qualche domanda all’autore, Alfredo Accatino
Intervista
Mi piacerebbe che mi raccontasse come nasce il suo desiderio di “resuscitare” questi artisti che rappresentano una o più marche connotative di diverse correnti artistiche e le rispettive tradizioni (alcuni addirittura sono precursori).
Dietro a questo progetto c’è un’utopica, direi pure ingenua, volontà di giustizia. Come Amélie che si nasconde dietro la maschera di Zorro. E’ il desiderio di dare un volto e una storia a capolavori un po’ nascosti, quelli che trovi la sera surfando in rete, e che non hai mai visto nei manuali sui quali hai studiato. Opere che ti sono state negate, e che ritrovi magari nelle pareti meno nobili dei musei, vicino ai bagni o all’ascensore. Opere e vite, a volte straordinarie.
Sono 50 attori di un spettacolo folle chiamato ‘900, provenienti da 25 nazioni di 5 continenti, dagli albori del secolo sino alle schermaglie tra street-artist degli anni ’90. In questo arco temporale sono scoppiate due guerre mondiali e centinaia di conflitti con 130 milioni di morti. Si è passati dai carri a cavallo alle auto elettriche, dai campi di concentramento al digitale dall’assenzio alle droghe sintetiche. In questo scenario si sono mossi geni, innovatori, ribelli, pazzi e poeti, rimasti molto spesso vittime della storia o di se stessi.
Il primo volume, nato di getto, è stato un successo- E’ su questa pietra che ho iniziato a costruire una cattedrale dedicata ai “perdenti”
Perché artisti geniali, originali e dall’indubbio talento rimangono sconosciuti? Un peccato di superficialità da parte degli addetti ai lavori o … cosa?
La risposta più semplice è che la storia la scrivono i vincitori.
La storia dell’Arte i Mercanti.
Così, se nasci in una nazione meno cool, o sei senza gallerie, senza figli con un mandato morale, senza qualcuno che ti difende, finisci spesso per essere asfaltato dalla storia.
Non è solo superficialità, ma l’abitudine a ripetere cliché già percorsi e formule rodate. Così si pubblicano monografie sempre e solo sui soliti 100 nomi e si fanno mostra “Da … a “ per fare botteghino, che hanno stufato.
Ebbene, secondo me è invece venuto il momento di pensare esperienze diverse, e anche per questo sto lavorando al progetto di una mostra “Outsiders” fatta di immagini e storie mai raccontate, e a un progetto televisivo. E siamo solo all’inizio…
Ci sono molte donne tra gli Outsider , penso a Concetta Scaravaglione “La calabrese più famosa d’America” la regina della pietra (era nata nel 1900) o alla brasiliana Maria Izquierdo, a Pan Zhang Yuliang la prostituta e pittrice cinese (nata nel 1895), a Hannah Gluckstein, nata donna nel 1895 e diventata poi Gluck, nome maschile. Donne molto moderne, se volessimo immaginarle nell’attuale “circo dell’intrattenimento” artistico secondo lei che posto avrebbero?
Probabilmente le donne sono state le più emarginate tra gli emarginati. Si pensi che anche nei manicomi, se veniva riconosciuto con difficoltà che gli alienati uomini potessero produrre arte, la stessa cosa veniva negata alle donne, i cui lavori venivano gettati via, almeno sino agli anni ‘40.
Per quanto riguarda la domanda in specifico, posso dire che, forse, ci sono ancora oggi donne coraggiose, esagerate, dimenticate. Lo scopriremo tra qualche anno, e scopriremo che le cose non sono poi cambiate di molto.
Tra tutti gli Outsider di questo volume, chi secondo lei ha realizzato più di tutti una innovazione del linguaggio artistico e perché?
Mi viene in mente Hilma af Klimt, figura che farà riscrivere i manuali di storia dell’arte, che in Svezia, sotto l’influenza dello spiritismo, realizzò prima di Kandinskij le prime vere opere astratte. Quando morì a 81 anni nel 1944, lasciò 1200 dipinti, anche di grandissimo formato. Con il divieto di mostrare le opere prima di 20 anni dalla sua morte, sperando che il mondo sarebbe stato in grado di comprenderle, perché non rappresentavano la realtà, ma l’invisibile. Quando ne scrissi la prima volta era del tutto sconosciuta. Quest’anno il Guggenheim New York le ha dedicato una mostra che ha fatto scalpore. Pensare che ancora oggi esistono artisti come Ciurlionis o Strindberg che condividono con Kandinskij e Af Klimt il primato del “non figurativo”, ma non lo sa quasi nessuno.
A parte essere degli Outsider, questi artisti che lei ci fa scoprire con questo bellissimo volume hanno secondo lei retaggi sociali e iconografici in comune? Qualcosa che li unisce.
Sono sempre andati contro il mainstream e spesso hanno dovuto fare i confronti con visioni o malesseri personali. Quasi per ognuno di loro l’arte è una sfida e una necessità, a volte una condanna. Per questo in ogni volume ho inserito due o tre nomi di artisti in effetti quotati e ben conosciuti, ma dei quali spesso si ignora il dramma interiore e le contraddizioni.
Parliamo degli Outsider italiani: ·
Sebastiano Carta “Futurista espressionista street artist”
Uno dei primi poeti visivi che ha sviluppato in migliaia di fogli, dove parole e immagini vivono insieme, futurista a 16 anni, precursore sempre, costretto a un ruolo marginale. A volte bastano poche centinaia di euro per una sua opera, anche se quasi nessuno compra più arte. Per cui, fidatevi: “Se amate l’arte, comprate arte”.
Stefano Tamburini “Roma 16° livello”
Un genio al pari di Pazienza (che per sua fortuna è diventato mainstream) falciato dalla droga come tutta una generazione. Sarebbe da riscoprire e valorizzare tutta la generazione della controcultura degli anni ’70 e ’80, da Frigidaire a Il Male, capace di una corrosività e libertà oggi dimenticata.
Francesco Lo Savio “Nero”
Un nome osannato da una nicchia di addetti ai lavori, che ha vissuto il clima folle della scuola di Piazza del Popolo, tra Tanto Festa (suo fratello), e Mario Schifano. Ma più fragile degli altri, più colto, più rigoroso, che scelse di suicidarsi a Marsiglia, proprio da uno delle opere più discusse di Le Corbusier.
Arturo Nathan “Il disordine dell’Io”
Un esponente di quella straordinaria stagione triestina di inizio secolo, tra pittura, scrittura, psicoanalisi. Ebreo, travolto dalla stupidità della storia, martire tra i martiri.
Sempre di Trieste è anche il maestro della copertina, Cesare Sofianopulo, con un Joker ante litteram in primo piano, in un ritratto introspettivo nel quale si rappresenta in cinque modi diversi, secondo i dettami della psicoanalisi.
Secondo lei mostrano un’italianità in qualche modo riconoscibile nelle loro opere?
Mostrano la nostra straordinaria unicità, quella che contraddistingue la nostra stessa cucina, con sapori e ricette che cambiano ogni cinquanta chilometri. Una ricchezza e una difformità culturale unica al mondo, della quale dovremmo essere orgogliosi, molto più di quanto siamo.
Tra le tante storie che ci racconta io ho amato molto una storia dei giorni nostri, quella che lei chiama la Writers Battle di Robbo versus Banksy, vuole sintetizzare per i profani qualcosa su questo filone artistico oramai importante e vuole darci un’idea dei temi cari a King Robbo (al secolo John Robertson che ci ha lasciati prematuramente qualche anno fa ancora giovanissimo).
Ho voluto concludere il libro con una storia esemplare che, provocatoriamente, secondo me conclude il secolo, nello scontro tra uno dei primi writers ribelli, quelli che imbrattano le metropolitane e Banksy, giovane, ma già proiettato alla cultura social e alla provocazione di massa.
Uno perde, uno vince. Con una parete protagonista, coperta da uno o dall’altro per rivendicare il primato sino alla tragica morte di King Robbo.
Guardando molte delle opere presenti nel suo libro mi sono trovata a pensare a quanto sarà stato bello allora quando gli spettatori erano a digiuno di provocazioni, oggi invece si ha l’impressione che si sia visto di tutto e non ci sia più spazio per niente Si ricorda quando è stata l’ultima volta che un artista l’ha stupita? Chi era?
Sono pazzo poi della “Nuova Oggettività” e il “Realismo Magico” (Dick Ket, Schad, Koch, Dix, Cagnaccio di San Pietro, ma anche Donghi e Felice Casorati, due giganti). Però a San Pietroburgo, davanti al quadrato nero di Malevic mi sono venute le lacrime agli occhi.
Le piacerebbe scrivere un romanzo su uno o una degli Outsider? Se si su chi?
Purtroppo per voi lo sto già facendo. Sono sedotto, pur non parlando una parola di tedesco, dal mondo germanico, e mi farebbe piacere gettare una nuova luce sulla storia degli artisti “degenerati” perseguitati dal nazismo, molti dei quali svaniti nel nulla in seguito a quella esperienza, e sugli studenti della Bauhaus che sono poi andati dispersi, schiacciati dalla storia e da “maestri” ingombranti. In generale, sul clima della Repubblica di Weimar, tra il 1920 e il 1930.Ognuno ha le sue fissazioni…
Che tipo di lettore immagina per Outsider?
Ovviamente il libro nasce per chi ama l’arte in tutte le sue espressioni, ma come si vede ho scelto uno stile diretto, ironico, libero e per niente dotto. Perché vorrei comunicare veramente a tutti, coinvolgendo in questo percorso anche chi ama semplicemente le storie e la narrativa.Le emozioni. E le storie di anime.
Se dovessi dire qual è il genere che amo di più direi: le cose non sono come sembrano.E non vanno mai come te le aspetti. Mai.
OUTSIDERS 2 – ALFREDO ACCATINO – GIUNTI EDITORE (Cataloghi arte)
pg. 240 € 29,00