“Stai facendo fatica a concentrati in questo periodo pre-esame?”. A rispondere in modo affermativo a questa domanda così diretta è più dell’83% degli studenti che dovranno affrontare la Maturità 2020. Perché se è vero che la tensione è un ospite immancabile di ogni vigilia d’esame, mai come quest’anno l’ansia dei ragazzi sembra schizzare alle stelle. Un carico di tensione che si è alimentato nel corso dei mesi e che non può essere imputato solamente alla preparazione dell’inedito maxi-orale: ci sono gli strascichi emotivi della pandemia e del lockdown, a cui si aggiunge il ripasso incerto dovuto a una didattica a distanza non sempre efficiente e alle tante notizie contrastanti circolate in rete sul tema. Senza dimenticare la preoccupazione per cosa accadrà nell’immediato futuro, le aspettative dei genitori, il come si sarà giudicati dagli altri per avere sostenuto una prova considerata più facile. Un somma di fattori che, ala fine, manda in tilt quasi il 50% degli esaminandi. A dirlo i dati dell’indagine – condotta su un campione di più di 10.500 studenti dell’ultimo anno delle superiori – promossa dall’Associazione Nazionale Di.Te. in collaborazione con il portale Skuola.net, elaborati dall’Università Politecnica delle Marche.
Una preparazione con la tensione alle stelle
«A differenza degli altri anni, questa maturità si sta rivelando molto più complessa per gli studenti che dovranno sostenerla – afferma Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta, docente universitario e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. – Sono circolate informazioni contrastanti, che hanno contribuito a creare ansia, agitazione, confusione che si sono aggiunte alle problematiche, diciamo, ‘ordinarie’ pre-esame. I dati che abbiamo rilevato quest’anno, mostrano livelli di ansia superiori al passato e questo avrà certamente delle conseguenze sul vissuto emotivo dei ragazzi. Il 45% di loro, infatti, dichiara di essere disperato mentre tenta di studiare, il 52% dice di non provare alcuna gioia al pensiero di chiudere il percorso di studio e il 47% avverte molta tristezza per non aver potuto condividere questo tratto finale con i compagni di scuola».
L’assenza di informazioni fa ‘esplodere’ i maturandi
E poi ci sono gli aspetti pratici. Più del 95% dei ragazzi prova molta incertezza riguardo alle modalità di esame, anche a causa della preparazione avuta attraverso la didattica a distanza, non sempre dimostratasi efficace per i problemi di connessione e, tante volte, per l’impreparazione digitale dei docenti. «Sebbene l’esame di Maturità sia stato semplificato, per tenere conto della straordinaria situazione di emergenza, l’incertezza sullo svolgimento – le ordinanze sono arrivate il 16 maggio, ovvero un mese prima dell’inizio – unita alla solitudine dettata dalla lontananza fisica tra professori e compagni, stanno letteralmente facendo esplodere lo stato psico-fisico dei nostri maturandi», osserva Daniele Grassucci, direttore del portale Skuola.net.
La vita ‘sospesa’ dei ragazzi
I numeri sono impressionanti: 1 su 2 dichiara di non riuscire a concentrarsi, 1 su 3 di avere molte difficoltà nel dormire quando pensa all’esame, poco più di 1 su 4 prova addirittura sensazioni di soffocamento o di battito cardiaco accelerato se si sofferma su cosa lo aspetta. Le ragazze riferiscono in maniera più accentuata questi sintomi rispetto ai maschi presentando da 15 a 27 punti percentuale in più. «Un quadro che va preso in seria considerazione e che – continua Grassucci – può essere aggravato da ulteriori fattori esterni, come le elevate aspettative dei genitori. In presenza di tutte queste condizioni assistiamo a un ulteriore aggravio, con la percentuale di ragazzi che manifestano i sintomi di cui sopra che supera tranquillamente il 60/70%».
Le incognite sul futuro fanno paura
Infine le nubi che, anche per i più giovani, si stanno addensando all’orizzonte. «Il futuro, lo avevamo già osservato anche nella precedente ricerca ‘Giovani e Quarantena’, è tra le preoccupazioni maggiori dei ragazzi – sottolinea Lavenia – ed fonte di ansia costante per il 47% dei maturandi. I giovani faticano a immaginare cosa accadrà dopo l’esame e ciò alimenta angoscia in buona parte di loro e, in alcuni casi, pensieri molto negativi. Hanno tante difficoltà a condividere appieno il loro vissuto emotivo. Se i giovani non riescono più a desiderare un domani, a progettarlo, se non avvertono più la speranza di poter esprimere il loro talento nella società è un problema da non sottovalutare: sarà necessario intervenire quanto prima con azioni di supporto».
L’orale in presenza mette ancora più ansia
«Che non si tratti di una normale crisi pre-esame – conclude Grassucci – lo testimonia anche il gradimento della modalità scelta per la Maturità 2020. Se nelle intenzioni del Ministero, probabilmente, l’orale in presenza andava letto come un aiuto per gli studenti, in grado di ricondurli ad una situazione nota e ben rodata, dalle risposte dai ragazzi si evince come al contrario avrebbero volentieri ripiegato sulla modalità a distanza. Di fronte alla prospettiva di tornare a scuola per sostenere il colloquio, infatti, sono di più quelli che sentono salire l’ansia da prestazione rispetto a quelli che si dicono sollevati dal non doverlo svolgere online».