Dopo SkuolaScuola a settembre, lezioni anche in palestra (ma preservando l’educazione fisica)

Il ministro dello Sport e delle Politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, è intervenuto su Skuola.net rispondendo alle domande rivoltegli dai giovani. Col nuovo anno scolastico si potrebbe fare lezione anche nelle strutture sportive delle scuole. Senza però togliere la possibilità agli studenti di fare sport

Le strutture sportive delle scuole usate come aule per fare lezione? “Ne ho parlato anche con la ministra dell’Istruzione Azzolina. Con lei stiamo lavorando a un protocollo, per poter rispettare il distanziamento sociale, sperando comunque che da qui ad allora la situazione sia migliorata. Molti sono preoccupati del fatto che è stato detto che verranno utilizzate anche le palestre. È ovvio che dobbiamo contemplare entrambe le cose: utilizzare questi spazi per aiutare il ritorno a scuola dei ragazzi senza però sottrarli all’attività sportiva. Stiamo cercando le modalità più adatte per dividerci questi spazi”. Ad annunciarlo è il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, nel corso di un’intervista rilasciata al portale Skuola.net. Assieme a tutte le altre iniziative che il suo ministero ha in cantiere per i prossimi mesi: dai fondi per riqualificare luoghi di aggregazione pubblici da restituire ai ragazzi, alle opportunità per dare alle nuove generazioni la possibilità di realizzare i propri progetti, passando per il sostegno ad associazioni e società sportive.

Per ora niente calcetto

Un intervento, quello del ministro Spadafora, che giunge all’indomani di un annuncio che avrà lasciato l’amaro in bocca a molti ragazzi: il calcetto e gli sport di contatto, a livello dilettantistico, non riprenderanno in tempi brevi. “Noi ci abbiamo provato qualche giorno fa in Consiglio dei Ministri – sottolinea – ma il ministro della Salute è stato irremovibile, lo comprendo anche”. Ma ci tiene a rassicurare: “Per tutte quelle società e associazioni sportive dilettantistiche che sono costrette a rimanere chiuse abbiamo attivato da oggi un fondo perduto di sostegno economico proprio per aiutare i gestori. Sul sito sport.governo.it si possono trovare le informazioni per accedere a questo tipo di finanziamenti. E per tutti quei lavoratori sportivi – molto spesso giovani – che non possono lavorare perché questi centri sono chiusi prorogheremo l’indennità di 600 euro che abbiamo già dato per i mesi di marzo, aprile e maggio”.

Il progetto #piudiprima

L’occasione per questo confronto con i giovani arriva con la prima puntata di una serie di talk ospitati da Skuola.net, che vedranno i rappresentanti del Governo confrontarsi con i quesiti posti dai ragazzi, attraverso il coinvolgimento del portale per studenti e dei più noti content creator su YouTube. Nel caso specifico si è trattato de iPantellas, il duo creativo che in poco più di 10 anni ha totalizzato oltre 2 miliardi di visualizzazioni sul proprio canale. Ad arricchire il confronto con gli studenti anche Domenico De Maio, Direttore dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e Martina Colasante, Public Policy and Government Affairs Senior Analyst in Google. Un’iniziativa che rientra nell’ambito di #piudiprima, la campagna di comunicazione che l’Agenzia Nazionale per i Giovani sta realizzando con il supporto di Google e YouTube, in collaborazione con la stessa Skuola.net.

Valorizzare le strutture pubbliche, specie nelle periferie

Tornando alle questioni giovanili, sono in molti quelli che chiedono anche di riavere a disposizione più spazi pubblici: aree verdi, parchi, campetti.“Quello purtroppo è un discorso che varia da Comune a Comune – dice Spadafora – Posso dire in anteprima che la prossima settimana pubblicheremo come ministero dello Sport il bando ‘Sport e periferie’ che consentirà alle Regioni, ai Comuni ma anche alle Associazioni e alle società sportive dilettantistiche di avere dei finanziamenti per ristrutturare dei luoghi di aggregazione prevalentemente ad utilizzo sportivo. In tante realtà italiane rimettere a posto un campetto di calcio, una piccola struttura sportiva, aiuta moltissimo i ragazzi anche ad essere aggregati. Pensiamo alle periferie dove, in assenza di queste realtà potrebbero esserci devianze pericolose. Mettere in piedi un impianto pubblico è molto meglio che installare venti telecamere delle forze dell’ordine”.

Le iniziative socio-culturali per i più giovani

Non poteva mancare un riassunto delle iniziative che il Governo metterà in campo per aiutare i più giovani: “Non ci siamo fermati sul progetto ‘Fermenti’ – avviato prima della pandemia – che consente di finanziare le idee più innovative dei giovani in giro per l’Italia. A ottobre – anticipa il Ministro – inaugureremo i primo 70 cantieri, che non sono ovviamente cantieri di opere pubbliche ma di iniziative sociali, culturali, imprenditoriali dei ragazzi. Mi auguro che siano solo le prime finanziate e che si possano trovare risorse per finanziarne anche altre”. Così come ha continuato a funzionare il Servizio civile universale: “Durante la pandemia migliaia di ragazzi non si sono mai fermati e altri, nel giro di poche settimane, sono riusciti a riorganizzare il proprio lavoro sui temi della pandemia. Siamo impegnati a trovare ancora un po’ di risorse per aumentare i numeri”.

I prossimi mesi cruciali per dare un futuro ai ragazzi

Un incontro ‘digitale’, quello con il ministro Spadafora, che arriva dopo un altro appuntamento che è potuto andare in scena grazie alla Rete: ‘Quale Futuro’, una maratona web – svolta in collaborazione con Visionary Days – che ha dato l’opportunità a tantissimi ragazzi di dare il proprio contributo per costruire la Fase3: “Stiamo lavorando alle idee che sono emerse – dice il Ministro – per vedere quali sono quelle più facilmente e immediatamente realizzabili con i fondi che abbiamo a disposizione”. Perché i prossimi mesi, secondo il Ministro saranno cruciali anche in ottica giovanile: “Dobbiamo essere in grado in un momento storico così difficile, di ridare fiducia ai ragazzi, di metterli nelle condizioni di realizzare i propri sogni. Quando avevo l’età dei ragazzi che oggi fanno la maturità e mi chiedevano che sogni avevo magari pensavo a cose quasi impossibili; oggi se uno chiede a un ragazzo qual è il suo sogno ti risponde ‘avere un lavoro, mettere su famiglia’; questi sono diritti, non sogni. C’è da lavorare, lo stiamo già facendo”.

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